Solo pathos, senza un progetto: l'analisi della sconfitta dell'Italia secondo la Süddeutsche Zeitung



Vi propongo la traduzione di alcuni estratti del commento della Süddeutsche Zeitung sulla sconfitta dell'Italia contro l'Uruguay. Non è solo un'analisi calciastica, ma psicologica e culturale degli italiani che vale molto di più di tanti altri articoli pieni di cifre, numeri e dati. L'articolo del giornale tedesco (leggi qui) è firmato da Birgit Schönau, da molti anni corrispondente in Italia per il giornale tedesco. 

Nel melodramma italiano per l’eliminazione contro l’Uruguay c’è di nuovo di tutto: il gran caldo,  la dubbia espulsione di Claudio Marchisio e l’impunito morso alla Mike Tyson di Luis Suàrez. Eppure Italia-Uguruay è stata una partita con così tanti falli e indecenze che, da spettatore, ci si augurava di non vedere più le due squadre in questi mondiali. L’eliminazione è arrivata però per l’Italia. E appena è stata fischiata la fine della partita già erano iniziate le lamentele per l’arbitraggio ingiusto, insomma, la solita ricerca di scuse a buon mercato. 

Nel mondo del calcio nessuno rimpiangerà questi italiani. Per la seconda volta in quattro anni la squadra azzurra abbandona i mondiali ai gironi. In Brasile la prestazione non è stata così pietosa come in Sud Africa, almeno l’Italia ha vinto una partita, contro l’Inghilterra. 
Il retrogusto però resta lo stesso: Gli azzurri restano indietro nella concorrenza internazionale.
Quastra squadra senza idee, senza energie, senza coraggio è solo la brutta copia di quella che due anni fa sorprese all’Europeo e che talvolta riuscì anche a entusiasmare. Perfino Andrea Pirlo non ha incantato, svanito nella mediocrità di una squadra che si è avvilita e che si è limitata al vecchio minimalismo italiano: primo non prenderle. È andato storto perché nel calcio moderno non può essere diversamente.
Quattro anni fa Cesare Prandelli aveva il compito di ricostruire dalle macerie. Ora ha fallito perché si era illuso che la ricostruzione fosse compiuta. E che già prima del match decisivo Prandelli si sia appellato al patriottismo dei giocatori e dei tifosi non faceva presagire nulla di buono. Il pathos invece di un progetto, la vecchia malattia italiana.

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