La pandemia paralizza la politica tedesca
La pandemia ha paralizzato la politica tedesca. La CDU di Angela Merkel, il primo partito tedesco, ha rinviato per la seconda volta il congresso che avrebbe dovuto eleggere il nuovo Presidente dopo le dimissioni annunciate di Annegret Kramp-Karrenbauer. Da quel 10 febbraio sembra essere passato un’eternità eppure da allora il COVID ha stravolto l’agenda politica. La CDU ha rinviato a dicembre 2020 il proprio congresso inizialmente previsto per fine aprile. Oggi è arrivato il secondo rinvio, in questo caso addirittura a data da destinarsi. Tra metà dicembre e metà gennaio il presidio dei cristiano-democratici deciderà quando potrà svolgersi in presenza, in ogni caso non prima di marzo. Non è escluso, tuttavia, l’ipotesi di un congresso interamente online. Nel frattempo Annegret Kramp-Karrenbauer continuerà a dirigere la transizione e la CDU a posticipare il vero inizio della campagna elettorale in vista delle elezioni di fine settembre 2021. Se prima la CDU non sceglie il suo presidente, i due partiti gemelli, CDU e CSU, non si accorderanno sul candidato cancelliere. Per inciso, nel frattempo la SPD ha già scelto il candidato da agosto scorso. Sarà l’attuale Ministro delle Finanze Olaf Scholz.
La decisione di rinviare il congresso è sembrata inevitabile in considerazione di ciò che la Cancelliera e il suo governo predicano da tempo sulla gravità della pandemia e delle misure in vigore in Germania, seppur con differenze sostanziali tra le diverse regioni. Un congresso con 1001 delegati sarebbe stato percepito come un’evidente contraddizione e avrebbe rischiato di dare un’immagine del tutto sbagliata di come gestire la pandemia. Pur tuttavia restano problemi enormi dietro questa decisione. Il secondo rinvio del congresso non solo paralizza la CDU e di conseguenza anche l’imminente campagna elettorale ma inasprisce ancora di più i rapporti interni al partito e tra i candidati. Già in estate Annegret Kramp-Karrenbauer aveva avvisato che un ulteriore rinvio avrebbe portato a una “competizione rovinosa”. E così sta puntualmente avvenendo. Friedrich Merz, il candidato antimerkeliano e indubbiamente temuto dall’attuale establishment che governa la CDU, ha criticato la scelta considerata come contraria alla base del partito e come un ulteriore ostacolo alla sua candidatura. Esiste anche un problema formale non irrilevante. Il favorito alla presidenza della CDU, il merkeliano Armin Laschet, attuale Ministro-Presidente del Nord Reno-Westfalia e un po’ in difficoltà negli ultimi mesi, essendo membro del Presidio era all’interno della riunione che ha deciso il rinvio. Per Merz più passa il tempo più è difficile essere al centro del dibattito politico in quanto non ha alcuna carica istituzionale. Se Merz ha fretta e voglia di polarizzare il dibattito, Laschet ha tutto l’interesse a prendere tempo e a narcotizzare il confronto. In questo senso la decisione di rinviare il congresso sarà accompagnata da molte polemiche. Il terzo candidato Norbert Röttgen, decisamente sfavorito rispetto ai primi due, ha al contrario appoggiato tale decisione.
Che un grande partito come la CDU non riesca a organizzarsi per svolgere un congresso anche in modalità online avendo avuto diversi mesi di tempo per prepararsi, resta un autentico mistero e un problema per la vita democratica di un grande paese coma la Germania.
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