Germania, si vota all’Est. La Grande Coalizione trema

Per uno scherzo del destino, a trent’anni dalla caduta del Muro di Berlino (9 novembre 1989), la Germania si trova a confrontarsi con tre elezioni nelle regioni dell’Est che potrebbero cambiare il già fragile equilibrio politico del governo tedesco. Domenica si vota in Brandeburgo e Sassonia e il 27 ottobre in Turingia. Due date, tre elezioni e un incubo: l’ascesa dell’estrema destra di Alternative für Deutschland (AfD). In tutti e tre i Länder AfD aumenterà di molto i propri consensi rispetto alle elezioni regionali del 2014 e dovrebbe attestarsi sulle percentuali già raggiunte in occasione delle politiche del 2017 e alle europee di quest’anno: il 20 in Brandeburgo, 25-27 in Sassonia e il 22 Turingia.
Nelle regioni dell’Est non è mai mancato un voto di protesta, prima incarnato dall’estrema sinistra (Linke) e oggi dalla AfD. Il PIL pro capite e i salari sotto la media nazionale associate a un processo di spopolamento dei Länder della ex Germania Est sono gli indicatori che servono a spiegare il successo di AfD.
Non si tratta, tuttavia, di una riunificazione mal riuscita quanto piuttosto di intere aree rurali e periferiche (o di città) che non sono del tutto inserite nei processi di modernizzazione e che non riescono a competere con la forza attrattiva dei grandi centri dell’Ovest come Amburgo, Monaco, Colonia o la stessa Berlino. In ogni caso le tre consultazioni elettorali così ravvicinate rischiano di essere un grosso problema per i partiti della Grande Coalizione. Si tratta del resto di tre regioni che per diversi motivi sono molto importanti.
Il Brandeburgo è il più grande e popoloso Länder dell’Est ed è la regione che circonda la capitale Berlino. I socialdemocratici lo governano sin dalla riunificazione. Eppure proprio qui, secondo le previsioni, la SPD dovrebbe perdere circa un terzo dei suoi voti scendendo dal 31% al 21%. Il governo uscente è una coalizione rot-rot, come dicono i tedeschi: SPD e sinistra (Linke). Le elezioni di domenica non dovrebbero confermare questa maggioranza. In aggiunta la AfD insidia i socialdemocratici per la corsa corsa a primo partito.
In Sassonia, una regione con oltre quattro milioni di abitanti, la situazione è altrettanto complessa: uguale e opposta al Brandeburgo. Qui è la CDU che governa il Land sin dalla riunificazione. Attualmente il governo è una Grande Coalizione (CDU-SPD) ma anche in questo caso le possibilità di una conferma sembrano molto esigue. La CDU è data al 31%, seguita ancora una volta dalla AfD (25%) che in Sassonia ha riscosso grandi successi sia alle politiche sia alle europee. La formazione del governo sarà molto complicata e ci vorrà molta fantasia per mettere su una coalizione a tre.
L’ultimo Land dell’Est in cui si andrà a votare, ma solo a ottobre, è la Turingia. Qui però la situazione è diversa dalle precedenti. Prima di tutto questa è l’unica regione guidata da un Presidente dell’estrema sinistra (Linke), in coalizione con la SPD e i Verdi. Inoltre, nella regione dove si trovano Weimar, Jena ed Erfurt, città che hanno plasmato la cultura tedesca, si pensi a Goethe, Schiller e Nietzsche, e che ha dato vita al più ardito esperimento democratico del Novecento (la Repubblica di Weimar) finito nell’abisso del Nazismo, la AfD è tanto forte da aspirare a superare i cristiano democratici (CDU).
In tutti e tre i Länder, più saranno i consensi a favore dell’estrema destra di AfD, più sarà complicato formare una coalizione di governo. Del resto, i Verdi, che sono l’altro grande fenomeno politico di questi anni e hanno rappresentato il contraltare dell’AfD, nell’Est faticano a raggiungere gli stessi risultati ottenuti nelle regioni dell’Ovest. In ogni caso gli ambientalisti vedranno probabilmente raddoppiati i propri consensi che dovrebbero oscillare tra il 10% e il 14%. Potrebbero comunque diventare decisivi in tutte e tre le regioni per la formazione dei governi regionali.
La vera posta in gioco, tuttavia, resta la tenuta del quarto governo Merkel. Il primo fattore da considerare è la sfida tra CDU e AfD. Se la CDU dovesse essere superata da AfD in tutti e tre i Länder e non dovesse riuscire a formare un governo in Sassonia, dove ricordo governa dalla riunificazione (3.10.1990) e ancora negli anni Novanta sfiorava il 60% del consenso, ci sarà inevitabilmente una resa dei conti interna al partito e potrebbe anche anche essere messa in discussione la Grande Coalizione. La Süddeutsche Zeitung (30 agosto) prospettava addirittura la possibilità di una governo di minoranza a esclusiva guida dell’Unione (CDU/CSU).
Il secondo fattore è la tenuta della SPD. E qui la questione si fa molto complessa perché queste tre elezioni si incrociano con l’elezione della nuova leadership socialdemocratica. Domenica scadono i termini per presentare le candidature alla guida del partito: al momento sono ben sette coppie di candidati più tre candidati singoli. Inoltre la SPD è un partito letteralmente avvilito da sondaggi da incubo sia a livello regionale sia a livello nazionale (13 per cento!).
Per la SPD sarà fondamentale non perdere la Presidenza del Land in Brandeburgo, allargando l’attuale coalizione con Die Linke anche ai Verdi e sperare di avere un ruolo nella formazione del governo in Turingia. In Sassonia, al contrario, la sfida è la sopravvivenza.

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