Ecco il Merkel IV. Gli uomini chiave Ubaldo Villani-Lubelli Storico delle Istituzioni politiche

È con questa formula sancita dall'art. 56 della Costituzione tedesca che Angela Merkel ha giurato per la quarta volta come cancelliera; eletta con 364 su 688 voti validi. Così, dopo 172 giorni dalle elezioni politiche la Germania ha finalmente un nuovo governo.
Il quarto governo Merkel è anora una Grande Coalizione con i socialdemocratici della Spd. Mai come questa volta, tuttavia, la nascita dell'esecutivo è stata complessa e difficile in virtù di un risultato elettorale deludente sia per l'Unione di Merkel che per la SPD.
Composto per il 44 per cento da donne, un record per la Germania, il Merkel IV è un governo che segna un netto cambio generazionale e delinea la nuova geografia del potere in Germania, almeno nei due principali partiti (Unione e SPD).
La CDU di Merkel e della nuova segretaria generale Annegret Kramp-Karrenbauer avrà sette ministeri. Ursula von der Leyen è stata confermata alla Difesa, con il compito di completare la riforma dell'esercito, Peter Altmeier, fedelissimo di Merkel, guiderà il Ministero dell'Economia, la poco conosciuta Anja Karliczek guiderà l'importante ministero della formazione e della ricerca e a Julia Klöckner è toccato il Ministero dell'Agricoltura.
Il grande avversario della Cancelliera nel partito, Jens Spahn, guiderà il Ministero della Sanità, soffiato al merkeliano Hermann Gröhe. Completano la squadra della CDU il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio (Kanzlermat), Helge Braun e la 'Staatsministerin' all'Integrazione Annette Widmann-Mauz. Il partito gemello della CDU, la bavarese CSU (cristiano sociali), ha ottenuto tre ministeri: Horst Seehofer all'interno, Gerd Müller allo sviluppo economico e Andreas Scheuer alle infrastrutture.
I socialdemocratici entrano nel nuovo governo forti del Ministero delle Finanze affidato a Olaf Scholz, ma confermano anche il Ministero degli Esteri (Heiko Maas), il Ministero del lavoro (Hubertus Heil), quello della giustizia (Katharina Barley), della Famiglia, affidato alla sorpresa Franziska Giffey, fino a pochi giorni fa sindaco del quartiere di Neukölln a Berlino, e il Ministero dell'Ambiente (Svenja Schulz).
Per comprendere il successo del futuro governo bisognerà osservare soprattuto le scelte e le azioni di tre ministri.
Il primo è, sicuramente, il ministro delle Finanze Olaf Scholz. Già sindaco di Amburgo, nell'ultimo anno ha dovuto gestire le polemiche successive agli scontri durante il G20 nella città anseatica. È un personaggio privo di carisma, forse un po' grigio, ma molto stimato e apprezzato per la sua competenza, proprio su argomenti di carattere finanziario, di cui si è occupato nel Bundesrat (Camera delle regioni). Una delle condizioni poste dalla Cancelliera per la cessione alla SPD del Ministero che fu di Wolfgang Schäuble, è stata quella di darlo a una personalità affidabile come appunto Scholz.
La rinascita della SPD, se ci sarà, passerà da qui. Un cambio di rotta in Europa, se ci sarà, passerà, ancora una volta, da qui.
Il secondo uomo-chiave della nuova Grande Coalizione è Jens Spahn. Il grande "nemico" di Angela Merkel. Esponente dell'area conservatrice del partito, Spahn, omosessuale, poco incline alla solidarietà in Europa, è l'astro nascente della CDU.
Ha un'ottima rete di relazioni con i cristiano sociali, con i giovani della CDU e, soprattutto, con i liberali, in particolare con Christian Lindner (l'altro grande avversario di Merkel), di cui è anche affittuario a Berlino. Sarà un Ministro scomodo per Merkel.
Il terzo ministro da osservare con attenzione è Horst Seehofer, leader dei cristiano-sociali e fino a gennaio Ministro-Presidente della Baviera. Ha voluto per sé un super ministero degli Interni, dell'edilizia pubblica e dell'Heimat, un concetto normalmente tradotto con 'patria' ma che indica il legame di una comunità ad una tradizione culturale e storica.
Si tratta di una novità per il governo federale in Germania. Seehofer ha già annunciato una drastica riduzione nel numero dei rifugiati che verranno accolti. Le sue posizioni sono molto più vicine all'ungherese Orbán, ospite d'onore nell'ultimo congresso della CSU, che a quelle di Merkel. Il suo obiettivo sarà recuperare i voti persi a favore della destra di AfD, in vista anche delle elezioni regionali in Baviera nell'autunno di quest'anno.
Questo quarto governo Merkel sarà il più difficile da condurre per la Cancelliera, primo, perché la maggioranza è più risicata rispetto alla precedente legislatura, secondo, perché l'opposizione è più agguerrita e ideologicamente più complessa (ben quattro partiti, tra cui l'estrema destra di AfD) rispetto al passato. La popolarità del Merkel IV verrà testata nel giro di poco più di un anno in due consultazione che potrebbero rivelarsi già decisive: le già citate elezioni bavaresi e le europee del 2019.

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