La NPD e la decisione della Corte Costituzionale: una decisione giusta
La Corte Costituzionale tedesca ha deciso di non dichiarare illegale il Partito Nazionaldemocratico di Germania (NPD - Nationaldemocratische Partei Deutschlands). Una decisione che può sembrare sconcertante e, per certi versi, incomprensibile. La NPD è infatti un partito di estrema destra e neo-nazista. Prima di criticare la sentenza della Corte Costituzionale, sarebbe utile contestualizzare e provare ad andare a fondo alla questione.
La NPD non è un partito nuovo. E' stato fondato nel 1964 ed ha avuto anche diversi discreti risultati elettorali. Sin dal 1967 ha avuto suoi rappresentanti nei parlamenti regionali. In particolare nel 1968 ottenne il suo miglior successo nel Baden-Württemberg con il 9,8 per cento. In tempi più recenti, nel 2004, ottenne il 9,2 per cento in Sassonia, nel 2006 il 7,3 nel Mecklenburg-Vorpommern. Nel 2009, ancora in Sassonia, riuscì a superare la soglia del 5 per cento. Alle elezioni europee del 2014, con solo l'1 per cento, è riuscita comunque ad ottenere un seggio al Parlamento Europeo per Udo Voigt in virtù dell'abolizione della soglia di sbarramento per le elezioni europee in Germania.
E' dunque possibile non mettere al bando un partito neo-nazista che in passato ha ottenuto questi risultati (anche se oggi è molto in difficoltà essendo sotto l'1 per cento)? Si, è possibile e l'ha deciso, appunto, la Corte Costituzionale. E non deve sorprendere. L'argomentazione della sentenza è semplice: La NPD è un partito che pur volendo sostituire l'attuale ordine costituzionale con una comunità su base etnica non rappresenta un pericolo perché è privo di peso politico. Una decisione certamente discutibile, ma che ha una spiegazione chiara.
Prima di tutto, effettivamente, la NPD è un movimento a dir poco marginale nel contesto politico tedesco. Anche un partito come la Alternative für Deutschland (AfD), che ammicca all'elettorato di estrema destra e che ha posizioni fortemente discutibili e al limite della costituzionalità, prende le distanze dalla NPD.
La sentenza della Corte dimostra la solidità delle istituzioni democratiche tedesche che non hanno paura di forze destabilizzanti. Del resto la democrazia tedesca ha dimostrato in più occasioni di essere indubbiamente la più stabile tra le grandi democrazie europee.
Nello stesso giorno della sentenza, nel suo ultimo discorso, il Presidente della Repubblica Joachim Gauck ha ricordato l'autorevolezza delle istituzioni della Repubblica Federale, in cui il diritto non è sottomesso al potere politico ed in cui ognuno deve trovare il coraggio di contrastare l'intolleranza. Gauck non ha nascosto che in Germania, negli ultimi anni, si siano affermati movimenti che mettono in pericolo la stabilità della Repubblica Federale, ma ha sottolineato al contempo come esista un'ampia convergenza di cittadini che valorizzano i valori e le istituzioni repubblicane. Il bellissimo discorso di Gauck, che consiglio di leggere per intero, è un vero e proprio testamento politico per le generazioni future in un momento di crisi della politica europea.
Infine, come ha ricordato giustamente la Zeit, la sentenza lancia un messaggio chiaro a populisti e complottasti che sostengono che in Germania ci sia una sorta di dittatura buonista dell'establishment che mette da parte qualunque tesi non conforme al pensiero cosiddetto mainstream o politicamente corretto. In altri termini i giudici costituzionali hanno confermato ancora una volta che la democrazia è un sistema libero (anche per i nemici della libertà) e aperto a qualunque tesi (anche la più estrema), ma va al contempo difesa con i mezzi e gli strumenti che la democrazia stessa mette a disposizione: le idee e la loro forza.
twitter@uvillanilubelli
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