Merkel: non abbiamo mantenuto la Grecia nell’Euro per abbandonarla nella crisi dei rifugiati
Per anni la narrazione
della crisi economica prevedeva da una parte i cattivi tedeschi, duri e
inflessibili nel loro rigore economico, e dall'altra i buoni greci, vittime sacrificali
di un sistema economico-finanziario rappresentato dalla Troika. Dall’estate
scorsa e con l’emergere del problema dei flussi migratori la crisi greca non
occupa più le prime pagine dei giornali e non è più pretesto di sfogo sulle
bacheche dei social network.
Eppure proprio la crisi
dei rifugiati è rivelatrice della crisi dell’Europa, che non è tanto economica
né politica, quanto culturale. I paesi dell’Est, con il loro continuo opporsi a
forme di solidarietà nei confronti dei rifugiati, dimostrano quanto ancora
immatura sia la loro cultura politica. A questi Paesi si sono aperte le porte dell’Europa troppo rapidamente.
Nella recente intervista
televisiva sulla prima rete tedesca (ARD), la cancelliera Angela Merkel ha detto una
frase importante: non abbiamo mantenuto la Grecia nell’Euro per abbandonarla
nella crisi dei rifugiati. Con questa semplice e lapidaria affermazione,
abbiamo capito quanto fosse sbagliata la narrazione della crisi economica degli
ultimi anni. I veri nemici della Grecia erano, allora come oggi, i paesi dell’Est
ed, al contrario, la Germania e la Merkel erano il grande mediatore.
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