La politica tedesca vive la più grande rivolta generazionale della sua storia. I leader politici in posizioni apicali sono letteralmente assediati da una generazione non più disposta ad aspettare il proprio turno in silenzio. Già durante le consultazioni esplorative per il governo Jamaika tra Unione, liberali e Verdi si era avuto il primo ed evidente segnale delle strategie delle nuove generazioni per mettere in difficoltà le leadership consolidate, in particolare all'interno dell'Unione di Angela Merkel. In quell'occasione un asse informale ma politicamente efficace tra il liberale Christian Lindner (39 anni), il cristiano-democratico Jens Spahn (37) e il cristiano-sociale Alexander Dobrindt (47) aveva sabotato un accordo che tutti i protagonisti davano per chiuso, mettendo così nei guai Merkel, già indebolita dopo il voto del 24 settembre. Anche subito dopo le elezioni, durante il congresso dei giovani cristiano-democratici, la cancelliera era stata mess...
La guerra, in Ucraina , c’è da sempre. Non è iniziata il 24 febbraio scorso. L’invasione ordinata da Putin è solo l’ultima di una lunga serie di azioni russe contro il popolo ucraino. Per capire le ragioni di una guerra ci può aiutare solo la storia politica. Il biennio 1989-1991 è il periodo da cui partire. Il 9 novembre 1989 viene giù il Muro di Berlino e il 26 dicembre 1991 si dissolve l’Unione Sovietica. Finisce la Guerra Fredda e inizia una fase storica che è stata oggetto di numerose interpretazioni ma che sembrava, e sottolineo sembrava, potesse essere caratterizzata dall’unipolarità, dalla presenza di un’unica grande potenza mondiale: gli Stati Uniti d’America. Dopo il 1989-1991 , biennio che fu segnato anche dalla riunificazione della Germania nel 1990, la transizione politico-istituzionale dal regime comunista alla democrazia degli Stati del Patto di Varsavia e delle repubbliche ex-sovietiche fu complessa e diversificata. Restando alle repubbliche ex sovietiche, che...
Dopo avervi consigliato l'articolo di Jan Fleischhauer, riporto qui ampi stralci dell'articolo di Gian Antonio Stella, L'Italiano (stereo)tipo secondo Berlino, in cui, proprio in risposta all'articolo dello Spiegel Online, si ripercorre la storia degli stereotipi dei tedeschi sugli italiani. L'articolo è uscito su Il Corriere della Sera del 25 gennaio. Ci ha risparmiato i vecchi nomignoli di «Spaghettifresser» (sbranaspaghetti), «Bolanderschlugger» (inghiottipolenta) o «Zydrooneschittler» (scrollalimoni). Ma certo era difficile mettere insieme tanti stereotipi offensivi contro noi italiani quanti ne ha concentrati lo Spiegel per sostenere la sua tesi: Schettino è l`«italiano tipo». Scrive proprio così, Jan Fleischauer, uno dei columnist dei settimanale tedesco, usando la tragedia del Concordia come spunto per discettare sulla inaffidabilità del nostro paese in vari campi, a partire dall`economia. ... Unico simbolo della sua idea di «italianità» è Schettino: «Co...
Commenti
Posta un commento