Sulla strada di Willy Brandt


Il 28 ottobre del 1969 Willy Brandt, storico cancelliere socialdemocratico, in occasione del suo discorso di insediamento, affermò l’idea di “Osare più democrazia” (Mehr Demokratie wagen). Con la presentazione del contratto di coalizione della nuova maggioranza di governo, il richiamo a Brandt e al governo socialdemocratico (SPD) e liberale (FDP) non è stato esplicito ma comunque inevitabile. Il titolo del contratto di coalizione recita, infatti, “Osare più progresso. Alleanza per la libertà, la giustizia e la sostenibilità”. Così come nel 1969, la nuova maggioranza semaforo tra SPD, Verdi e FDP (la prima della storia tedesca) si presenta per rivendicare una certa discontinuità rispetto al recente passato, almeno su alcuni temi di politica interna. Il richiamo alla coalizione tra socialdemocratici e liberali degli anni Settanta è stato, tra l’altro, anche citato esplicitamente dal leader liberale Christian Lindner.

Il contratto di coalizione

Il testo del contratto di coalizione è lungo ben 178 pagine e riprende, sebbene con ulteriori dettagli, il documento già presentato circa un mese fa a conclusione del confronto esplorativo da cui poi si è avviata la vera e propria trattativa per la formazione del governo.

Dall’accordo raggiunto dai tre partiti, i temi principali restano la modernizzazione del paese, la digitalizzazione della burocrazia, l’aumento del salario minimo, la sostituzione del sistema dei sussidi di disoccupazione (Hartz IV) con il Bürgergeld (assegno di cittadinanza), il raggiungimento degli obiettivi di protezione del clima di Parigi, l’abbandono ideale del carbone come fonte energetica nel 2030, la costruzione di 400.000 nuove abitazioni annuali, di cui 100.000 abitazioni sociali, un miliardo di Euro per un bonus per gli infermieri, l’introduzione di una sistema a punti per l’accoglienza e l’integrazione di immigrazione qualificata e, infine, il diritto di voto ai sedicenni.

Per quanto riguarda l’Unione Europea si sottolinea come il Patto di stabilità, sospeso nel 2020, ha mostrato un’enorme flessibilità. In questo senso si propone una sua parziale riforma al fine di farlo diventare più agile e trasparente per garantire una sua migliore applicazione. Come questo debba effettivamente avvenire non è, tuttavia, ben specificato. Gli alleati di governo hanno anche evidenziato, pur lodando gli effetti, la provvisorietà del Next Generation EU. Si propone, al contrario, di rendere più flessibili i fondi per i pagamenti nell’ambito del quadro finanziario pluriennale (MFF) del bilancio europeo e rafforzare così i programmi per le infrastrutture transnazionali, la ricerca e il programma Erasmus.

Non mancano, nel contratto, molti richiami alla difesa dello stato di diritto in Europa e al rafforzamento della democrazia e dei processi democratici interni alle istituzioni nazionali.


La divisione dei ministeri

Ai socialdemocratici spetterà, oltre ovviamente al cancelliere (Olaf Scholz), il Ministero degli Interni, il Ministero del lavoro e degli affari sociali, la difesa, la sanità, l’edilizia ed, infine, il Ministero dello sviluppo e della coesione economica.

I Verdi avranno il Vice-Cancelliere, il Ministero degli Esteri, il Ministero dell’Economia rafforzato dalla difesa del clima, il Ministero della Famiglia, delle donne e dei giovani, il Ministero dell’Ambiente ed, infine, quello dell’agricoltura. Ai Verdi spetterà anche, in futuro, il commissario europeo in quota alla Germania dopo le prossime elezioni europee.

I liberali (FDP) avranno l’ambitissimo Ministero delle finanze, il Ministero della giustizia, quello delle infrastrutture e il Ministero della formazione e della ricerca.

Non sono ancora noti i nomi che i partiti indicheranno per i singoli ministeri. Non tarderanno, tuttavia, a renderli pubblici. È quasi certo che il temutissimo Christian Lindner (FDP) sarà il nuovo Ministro delle Finanze, il leader dei Verdi Robert Habeck occuperà il Ministero dell’Economia e per la difesa del clima e sarà anche Vice-Cancelliere ed Annalena Baerbock, la candidata dei Verdi al cancellierato, sarà probabilmente Ministra degli Esteri.

L’assegnazione dei Ministeri così come, ovviamente, il contratto di coalizione dovranno essere approvati dai singoli partiti. SPD FDP lo faranno tramite un congresso di partito mentre i Verdi indiranno una votazione online tra tutti gli iscritti.


Il futuro

La sintesi trovata dai tre partiti (SPD, Verdi e FDP) non è stata semplice né scontata. Come hanno ricordato soprattutto i leader liberali e verdi, in occasione delle trattative non sono mancate tensioni, contrasti e incomprensioni. Il testo del contratto mostra anche, tra le righe, queste difficoltà in quanto poco o niente viene detto su come la nuova maggioranza intende finanziare il proprio progetto politico. È molto probabile che sul lungo periodo le difficoltà che in occasione della trattativa si è voluto superare, possano emergere nuovamente. Per ora, tuttavia, alle inevitabili differenze tra i tre partiti, prevale la voglia di governare e il senso di responsabilità di dover necessariamente collaborare per il bene del Paese.


uvillanilubelli

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