L'editoria digitale alla Buchmesse di Francoforte


Che il mercato editoriale sia in crisi è un po’ come quei dogmi che nessuno si sentirebbe di confutare. Nell’era del fallimento pensare a un florido mercato fatto di parole e di emozioni apparirebbe quasi oltraggioso nei confronti del business di ipod e iphone che procede con una certa fatica. Ma qualcuno ci insegna che non esistono verità assolute e se credere a una vivace proliferazione di cultura risulta impensabile, consiglio ai più scettici di consultare i dati relativi al mercato editoriale in Germania o, ancora meglio, una bella visita alla Fiera del Libro di Francoforte, la più grande al mondo. Si terrà dal 10 al 14 ottobre e si prevede un’affluenza di 300 mila visitatori, con 7400 espositori provenienti da più di 100 paesi e 12 mila giornalisti. 
L'edizione 2012 della Frankfurter Buchmesse vede come ospite d'onore la Nuova Zelanda e i principali temi in discussione verteranno sull'editoria digitale e il suo rapporto con il mercato editoriale. Attualmente, infatti, il settore editoriale tedesco è impegnato nelle nuove sfide del futuro, rappresentate dalle tecnologie mediatiche, ma il libro non perde la sua importanza: negli ultimi anni il fatturato del settore letterario nazionale è andato costantemente aumentando e persino nel 2008, primo anno della crisi economica mondiale, ha raggiunto i 9,6 miliardi di euro. E se anche la pubblicazione di novità letterarie mantiene un altissimo livello, grande merito va riconosciuto non solo agli scrittori ma anche e soprattutto ai fruitori, evidentemente educati alla lettura. 
Colpisce un dato: i lettori tedeschi si dimostrano particolarmente aperti ai libri tradotti e, per alcuni generi, sembrano fidarsi più degli autori stranieri che di quelli nazionali, indice di grande curiosità e ricerca letteraria. Al contrario, la fruizione in Italia (come in altri Paesi d’Europa) di letteratura tedesca è limitatissima e grandi difficoltà si riscontrano nell’esportare un autore tedesco, sia tradotto sia (ancor di più) in lingua originale. La conoscenza del tedesco, infatti, (seconda lingua ufficiale dell’UE, lingua di internet, di comunicazione) appare agli studenti un’impresa inspiegabilmente impossibile, nonostante garantisca grandi opportunità lavorative e nonostante in Germania si stampino il 18% di tutti i libri pubblicati. Neanche Freud, Einstein, GoetheNietzsche vengono letti in lingua originale: se ne saranno fatti una ragione. Basterà sapere che le università che hanno accolto le più brillanti menti nel campo della filosofia, della storia e della letteratura e che ancora oggi sono meta di tantissimi giovani di tutta Europa per le loro esperienze Erasmus, sono tra le più quotate dell’intero continente. Meno lieti sarebbero di conoscere gli strafalcioni degli studenti liceali a domande elementari, imputabili a buona ragione alle poche ore di filosofia e storia previste dal sistema scolastico tedesco. Ma niente paura. La Germania non va avanti solo con i numeri e, come dice Saviano “c’è una Germania che ragiona col cervello e una che ragiona col cuore”.
Paola Damiano

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