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Visualizzazione dei post da gennaio, 2012

La polemica mediatica tra Italia e Germania

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Oggi vi consiglio alcuni articoli tratti dal settimanale tedesco Die Zeit che ricostruiscono la storia della polemica mediatica tra Il Giornale e il Der Spiegel. 1) Geschmacklose Provokationen gegen den Euro. "Spiegel"-Autor Jan Fleischhauer empört Italien in seiner Kolumne. Das Berlusconi-Lager antwortet mit Nazi-Vergleichen. Dabei wettern beide Seiten einig gegen den Euro. Leggi l'intero articolo qui 2) Molto più divertente è invece questo contributo di Birgit Schönau: Entspannt euch, Deutsche! Das neue Nach-Berlusconi-Italien hat genug von den Belehrungen aus Berlin. Leggi l'intero articolo qui . Se volete leggere la versione italiana, potete cliccare qui

I tedeschi provocano ma "Il Giornale" ha sbagliato a fare quel titolo

“A noi Schettino. A voi Auschwitz”. Con questo provocatorio titolo è uscito ieri, nella Giornata della Memoria, Il Giornale. ... In realtà tutta questa polemica tra Il Giornale e Der Spiegel, o meglio tra Sallusti e Fleischhauer, è un’accozzaglia di luoghi comuni, di imprecisioni, è un giornalismo urlato e sensazionalistico. contribuirà, purtroppo, a peggiorare il già complicato rapporto tra due nazioni che negli ultimi anni hanno avuto molte occasioni di scontro: dalle crisi diplomatiche tra i due Presidenti del Consiglio Schröder e Berlusconi fino al mancato acquisto della Opel da parte della Fiat, ed ancora alla rivalità calcistica emersa durante il mondiale tedesco del 2006 fino, infine, all’attentato della n’drangeta a Duisburg. Negli ultimi mesi, poi, la crisi del debito sovrano ha peggiorato una già difficile situazione. In questo contesto il destino ha voluto che una nave da crociera affondasse a causa di una manovra azzardata di un capitano italiano e che nell’incidente moriss

L'Italia raccontata ai tedeschi

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Vi propongo un vecchio articolo pubblicato su Liberal sui tentativi di alcuni italiani famosi di spiegare il nostro paese ai tedeschi. Negli ultimi anni ci hanno provato in molti a spiegare l’Italia ai tedeschi. I casi più celebri sono stati quelli di Giuliano Ferrara che in piena bufera per il caso Noemi Letizia e dopo il successo elettorale del Popolo della Libertà alle elezioni europee, dalle pagine del Die Welt, giornale conservatore (ma sempre critico nei confronti del Presidente del Consiglio italiano) cercò di chiarire il successo di Silvio Berlusconi. Ferrara, con la solita abilità e lucidità di analisi, sosteneva che l’Italia è «politicamente e letterariamente dominata dall’imperatore dell’immaginazione e della politica». Berlusconi aveva, infatti, imparato molto bene e molto presto il mestiere della politica, tanto da essere stato, negli ultimi sedici anni, sia leader di governo che di opposizione. Ferrara concludeva citando Nietzsche: «Non resta altro mezzo per rimettere in

Stereotipi tedeschi sugli italiani

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Dopo avervi consigliato l'articolo di Jan Fleischhauer, riporto qui ampi stralci dell'articolo di Gian Antonio Stella, L'Italiano (stereo)tipo secondo Berlino, in cui, proprio in risposta all'articolo dello Spiegel Online, si ripercorre la storia degli stereotipi dei tedeschi sugli italiani. L'articolo è uscito su Il Corriere della Sera del 25 gennaio. Ci ha risparmiato i vecchi nomignoli di «Spaghettifresser» (sbranaspaghetti), «Bolanderschlugger» (inghiottipolenta) o «Zydrooneschittler» (scrollalimoni). Ma certo era difficile mettere insieme tanti stereotipi offensivi contro noi italiani quanti ne ha concentrati lo Spiegel per sostenere la sua tesi: Schettino è l`«italiano tipo». Scrive proprio così, Jan Fleischauer, uno dei columnist dei settimanale tedesco, usando la tragedia del Concordia come spunto per discettare sulla inaffidabilità del nostro paese in vari campi, a partire dall`economia. ... Unico simbolo della sua idea di «italianità» è Schettino: «Co

Italienische Fahrerflucht

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Vi propongo alcuni stralci di un articolo di Jan Fleischhauer, un editorialista dello Spiegel Online, in cui si utilizza l'incidente della Costa Concordia per criticare l'Italia e la cultura italiana. L'articolo ha provocato numerose polemiche ed anche l'Ambasciatore italiano a Berlino ha risposto con una lettera. Potete leggere l'intero articolo e la risposta dell'Ambasciatore Valsensise a questo link Volkscharakter sei eine Erfindung von gestern, lernen wir schon in der Schule, Klischees über Nationen hätten ausgedient. Aber ist das wirklich so? Unzeitgemäße Gedanken anlässlich der Irrfahrt eines italienischen Kapitäns. Hand aufs Herz: Hat es irgendjemanden überrascht, dass der Unglückskapitän der "Costa Concordia" Italiener ist? Kann man sich vorstellen, dass ein solches Manöver inklusive sich anschließender Fahrerflucht auch einem deutschen oder, sagen wir lieber, britischen Schiffsführer unterlaufen wäre? Man kennt diesen Typus aus dem Strandurlau

Jo Nesbø über ... Karriere

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Vi propongo una interessante intervista di Martin Wittmann allo scrittore norvegese Jo Nesbø, uscita nell'inserto Wochenende della Süddeutsche Zeitung del 7 gennaio scorso. Jo Nesbø über ... Karriere Jo Nesbø wurde 1960 in Oslo geboren. Früh wurde sein fußballerisches Talent erkannt, doch eine schwere Verletzung machte seinen Traum von einer Karriere bei den Tottenham Hotspurs zunichte. Danach reüssierte er erst als Finanzanalyst, dann als Frontmann der damals beliebtesten Band Norwegens, Di derre. Das Manuskript seines ersten, während einer Auszeit in Australien geschriebenen Krimis (“Der Fledermausmann“) gab er unter falschem Namen ab, um nicht als schreibender Rockstar abgestempelt zu werden. Acht weitere vielfach ausgezeichnete Krimis mit dem alkoholkranken und beziehungsunfähigen Polizisten Harry Hole folgten. Darunter waren „Rotkehlchen“, der zum besten norwegischen Krimi aller Zeiten gewählt wurde, und „Schneemann“, der demnächst in Hollywood von Martin Scorsese verfilmt wir

In Europa la Merkel ruggisce ma in Germania è piena di guai (politici)

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La linea politica del governo Merkel è un fragile equilibro tra gli interessi in politica interna e il ruolo di leadership in Europa. Se con la crisi dell’Euro la Germania ha acquisito un ruolo guida che nessuno a Berlino ha cercato, nella Repubblica Federale, sono le elezioni del 2013 a determinare numerose scelte. Le elezioni si avvicinano sempre di più ed è ormai certo che il governo tra liberali, cristiano-sociali e cristiano-democratici non vedrà quella svolta sempre annunciata e mai realizzata. Il governo procede per forza d’inerzia con alcuni buoni provvedimenti e molta gestione quotidiana. Leggi l'intero articolo qui di Ubaldo Villani-Lubelli

La mia Germania post democratica

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Da circa tre anni non scrivevo più articoli, perché non so più che altro scrivere. È tutto così lampante: la soppressione della democrazia, la crescente polarizzazione sociale ed economica tra poveri e ricchi, la rovina dello Stato sociale, la privatizzazione e con essa la monetizzazione di ogni ambito di vita (dell’istruzione, della sanità, dei trasporti pubblici ecc.), la cecità di fronte all’estremismo di destra, lo sproloquiare dei media, che parlano senza sosta per non dover parlare dei problemi reali, la censura scoperta o mascherata (ora come rifiuto diretto, ora sotto forma di audience o format) e tutto il resto. Gli intellettuali tacciono. Dalle università non si sente nulla, nulla dai pionieri del pensiero, qua e là qualche sporadico baluginio, poi di nuovo il buio. Posso solo ripetere il luogo comune: i profitti vengono privatizzati, le perdite socializzate. E vorrei poter citare dei controesempi. Leggi l'intero articolo su corriere.it di Ingo Schulze

I tedeschi ci bacchettano ma hanno perso la testa per il Sud (Europa)

Musica al ritmo di samba, spiagge artificiali sulle rive dei fiumi, bar e caffè con palme, solarium. E’ questa la tensione nordica verso il Sud. L’anima dei popoli nordici (ma non solo) tende per natura a Sud: sole, mare, leggerezza, spensieratezza, ritmi lenti, musicalità. I tedeschi usano una parola ben precisa, Sehnsucht, un misto di struggimento, nostalgia, ardore, desiderio... di Sud, appunto. “Conosci tu la terra dove fioriscono i limoni, gli aranci dorati rilucono fra le foglie scure, una mite brezza spira dal cielo azzurro, il mirto immoto resta e alto si erge l’alloro, La conosci tu, forse?”, nessuno meglio del più grande scrittore tedesco di tutti tempi, Johann Wolfgang Goethe, ha espresso questo anelito del tedesco. Leggi l'intero articolo qui di Ubaldo Villani-Lubelli

Lasst die Moden sein!

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Vi proponiamo un'intervista a Paolo Conte uscita sul settimanle Die Zeit del 27 novemebre 2008. Anarchie ist ein Nachttier – ein Gespräch mit dem italienischen Songschreiber und Nichtsänger Paolo Conte DIE ZEIT: »Ich spreche von meinem indianischen Schweigen«, orakeln Sie in einem Ihrer neuen Lieder, »in einem Dialekt weit entfernter Spiegel.« Können Sie sich erklären, warum weltweit so viele Menschen in Ihre Konzerte strömen, ohne eine Silbe Ihres Gesangs zu verstehen? Paolo Conte: Ich bin gerade in Chicago vor einem überwiegend schwarzen Publikum aufgetreten, Menschen also, die weder meine Sprache noch Kultur teilen. Ihre Begeisterung kann ich mir selber kaum erklären. Aber Musik hat diesen abstrakten Charakter, dass man oft genau jene Dinge erspürt, von denen im Text die Rede ist. ZEIT: Ist es vielleicht der Stil, der verbindet? Auch Ihr Ensemble tritt stets im Frack auf… Conte: Tatsächlich habe ich immer den Stil des schwarzen Jazz bewundert. Da würde niemand in Jeans und T-Shi

Il Transrapidrede di Edmund Storiber

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Per un politico fare discorsi è una pratica quotidiana. Ne deve tenere numerosi al giorno ed i suoi discorsi devono essere sempre convincenti. Il problema è che i politici, normalmente, non hanno il tempo per prepararsi. Devono improvvisare a partire da qualche informazione da elaborare in pochi minuti. Insomma: tenere discorsi non è un “mestiere” facile. Convincere il proprio uditorio è sempre difficile. Se poi non si hanno particolari capacità retoriche la faccenda diventa una missione impossibile. Leggi l'intero articolo su leMag, il magazine online di Storie e Leconte di Ubaldo Villani-Lubelli

I discorsi di JFK e Reagan ... ed il muro cadde

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Il Muro di Berlino l’hanno fatto cadere gli yankee: John Kennedy prima e Ronald Reagan dopo. Non materialmente, a quello ci hanno pensato, per fortuna, i berlinesi dell’est. Ma due discorsi a distanza di ventiquattro anni e quattordici giorni l’uno dall’altro hanno contribuito, forse più di ogni altra battaglia politica, a creare le condizioni perché il muro cadesse: Ich bin ein Berliner del 26 giungo 1963 e Tear down this wall del 12 giugno 1987. Due discorsi, due missioni, due eventi della guerra fredda. Due pietre miliari della storia del Novecento. Leggi l'intero articolo su leMag, il magazine online di Storie e Leconte di Ubaldo Villani-Lubelli

Un nuovo anno con tanti buoni propositi ... in attesa dell'apocalisse

Com’è stato il 2011? E’ stato un anno lungo e difficile. Complesso, direi. In realtà è durato tanto quanto gli altri anni, ma è stato un anno molto intenso. Ci sono state morti eccellenti - cinque su tutte: Amy Winehouse, Osama bin Laden, Muammar Gheddafi, Steve Jobs e Kim Jong Il – ma anche nascite significative: gli esseri umani sulla terra sono diventati sette miliardi nell’autunno scorso ... e siamo destinati, anche, ad aumentare. Ma è stato anche l’anno delle rivoluzioni arabe che nessuno aveva previsto, del ritorno dell’incubo nucleare nel momento in cui in molti volevano investire in questa fonte energetica, della rinascita dei governi tecnici, delle varie crisi - economica, sociale, religiosa, politica e, magari, anche privata. Le parole del 2011 sono spread, rating, tripla A, crescita, eurobond, Fukushima, rivoluzione dei gelsomini, Lampedusa. Leggi l'intero articolo qui di Ubaldo Villani-Lubelli