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Visualizzazione dei post da gennaio, 2021

Laschet ante portas

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Il favorito tra i candidati alla Presidenza della CDU è Armin Laschet , Ministro-Presidente del Nord Reno-Westfalia e storico mediatore di posizioni divergenti all’interno del partito.   Se il congresso della CDU si fosse svolto ad aprile del 2020, Armin Laschet avrebbe probabilmente vinto senza grandi difficoltà. Oggi la sfida è molto più complicata e l’esito è incerto. Da un parte può vantare una vittoria nelle elezioni comunali che si sono svolte a settembre nel suo Land , dall’altra paga qualche disorganizzazione di troppo nella gestione della prima fase della pandemia. 

Il bonus Donna

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Nella serie The Crown si incontrano per la prima volta, in udienza privata, le due donne più potenti degli anni Settanta: Margaret Thatcher ed Elisabetta II . La Regina è orgogliosa della sua capacità di predire (e indovinare) la composizione dei governi e anche in questo caso ci tiene a comunicare al primo ministro appena eletto il suo pronostico. Poche battute bastano a inquadrare il rapporto tra le due.   La Regina: Presumo niente donne.   Il Primo ministro: Donne? Sicuramente no! Non solo perché non ci sono candidate valide. Trovo che le donne non siano adatte a ricoprire alte cariche, diventano troppo emotive .  Dubito che avrà questo problema con me ,  risponde Elisabetta II.

Norbert Röttgen, il Robert Redford della politica tedesca

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Foto: Copyright di Stefen Roth Il più debole dei tre candidati alla Presidenza della CDU è sicuramente Norbert Röttgen , Presidente della Commissione affari esteri del Bundestag ed ex stella del partito nei primi anni Duemila. La candidatura di Norbert Röttgen è arrivata un po’ a sorpresa anche se a una riflessione più attenta della storia della CDU e delle vicissitudini politiche di Röttgen , poteva essere prevista.  Norbert Röttgen è stato l’enfant prodige di una generazione di politici della CDU che si affermava con l’inizio dei governi di Angela Merkel (2005). Purtroppo però la sua stella non ha mai veramente brillato e la sua vicenda politica è una lista di occasioni mancate.  

Cronache di una pandemia da Lipsia

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Siamo a Lipsia, giovane realtà urbana di quella che sino a 30 anni addietro era Germania Est . Il 2021 è appena cominciato tra i lunghi viali alberati della città. I lampioni sono accesi su Karl-Liebkenecht-Straße eppure le strade sono vuote, i ristoranti chiusi, i negozi spenti. La Germania ha iniziato il nuovo anno in lockdown .  Qui, sempre a Lipsia, abbiamo trascorso l’ultimo semestre di un anno, il 2020, che ha messo a dura prova in maniera sempre differente il sistema sanitario nazionale di ogni realtà europea e non. Siamo arrivati con il primo vento d’autunno, quando i grandi parchi cominciavano a tingersi di sfumature giallo-arancione e la gente viveva in strada la fine dell’estate. La gestione della pandemia in Germania, comparata con l’esperienza italiana, si è dimostrata subito di gran lunga differente. A novembre, con l’aumento dei casi che ha allarmato un'intera Europa stravolta da coprifuochi , zone di restrizione contrassegnate da colori differenti e lunghi decreti