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Visualizzazione dei post da aprile, 2012

Bayern München in Finale di Champions League

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La Germania e i BRICS

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Sul Corriere della Sera di ieri Danilo Taino , ex corrispondete da Berlino, ha firmato un interessante articolo, Il sesto BRICS del mondo? Si chiama Germania . La tesi di Taino è condivisibile ed è riassumibile così: La Germania ha stretto rapporti commericali molto forti con le economie emergenti di Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa (BRICS) , tanto da potersi ormai considerare il sesto paese di questo gruppo ... grazie anche agli ottimi dati economici della Repubblica Federale Tedesca . Questo non vuol dire che la Germania rinunci all' Europa e all' Euro , ma significa che "nel rapporto con i Brics la Germania si muove da sola". L'articolo può essere letto qui  Riguardo al rapporto tra la Germania e i BRICS vi segnalo anche un mio articolo del 21 marzo del 2011: Niente Libia per la Merkel. La Germania preferisce il "BRIC" , pubblicato su L'Occidentale di Giancarlo Loquenzi . Qui di seguito uno stralcio Ma perchè la Germania

Online Social Networks: Challenges and Perspectives

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Vi propongo un Call for Papers di un convegno sui Social Network di cui sono uno degli organizzatori. Chi volesse proporsi per partecipare può scrivere a uvillanilubelli@hotmail.com. Qui di seguito le istruzioni: Intersocial Workshop on Online Social Networks: Challenges and Perspectives (IWOSN) Friday, June 15, 2012 Achaia Beach Hotel, Patras, Greece     Call for Contributions : The objective of the workshop is to bring together researchers and practitioners that work or are interested in the area of social networks to foster interactions, exchange of ideas and explore opportunities for cooperation. The event will also include invited talks, panels and open discussions on research and technologies related to Social Networks. There will be no registration fees for attending. We invite submissions of extended paper abstracts (2 pages max including, title, authors, outline, key references) to be presented during this workshop. The subject of the submissions may cover techni

Le elezioni in Francia e la crisi dell'Euro

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Le elezioni in Francia e la caduta del governo olandese hanno causato un nuovo crollo delle borse. Dopo quello che i giornali hanno definito "lunedì nero", all'ordine del giorno della politica europea c'è, nuovamente, il futuro dell' Euro e dell' Europa . Oggi vi propongo uno stralcio di un articolo di Paul Krugman , uno dei più importanti economisti al mondo, secondo il quale la salvezza dell'Europa sarebbe uscire dall'Europa: Sabato il Times ha pubblicato un articolo che parla di un fenomeno apparentemente in crescita in Europa: suicidi imputabili alla "crisi economica", persone che si tolgono lavita in preda alla disperazione per essere rimaste senza lavoro o aver visto fallire la propria azienda. Un articolo straziante. Sono sicuro, tuttavia, di non essere stato l`unico lettore, specialmente tra gli economisti, a essersi chiesto se la vera questione non riguardi tanto i singoli individui, quanto l`evidente determinazione dei leade

Quanto vale il modello tedesco?

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Di questi tempi la risposta a tutti i problemi è una sola: modello tedesco . Dalle riforme istituzionali, alla riforma delle pensioni, dal sistema elettorale alle ricette per la crescita economica, dal mercato del lavoro al nucleare, dal ruolo delle donne in politica alla grande coalizione fino all’export. La nuova frontiera del politicamente corretto è prendere la Repubblica Federale Tedesca a modello, sempre e comunque, perché solo così si può uscire dalla crisi e si può riconquistare la fiducia dei mercati. Prendendo come punto di riferimento un astratto e non sempre ben definito modello tedesco tutte le differenze svaniscono nel nulla e le discussioni sui problemi del nostro paese vengono azzerate. Il richiamo costante e l’apprezzamento al modello tedesco è inversamente proporzionale al disprezzo teutonico per i vizi del Belpaese . Sia ben chiaro. Che la società tedesca sia solida e vincente lo dimostrano i dati economici. Tra i paesi europei, Berlino è uscita prima e meglio di

I "prigionieri" del Tacheles

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Tacheles : parlare chiaro. È questo il nome d’origine yiddish, scelto nel 1990 dal collettivo di artisti berlinesi, durante l’occupazione che portò alla trasformazione di un importante edificio della capitale in un centro culturale sperimentale giovanile. Sono passati ventidue anni da allora e il Tacheles , con i suoi trenta ateliers, è diventato una delle principali attrazioni del quartiere Mitte, ospitando concerti ed esposizioni di artisti provenienti da tutto il mondo ma, il futuro dello stabile non è ancora un argomento su cui si possa parlare chiaramente. Nel 2008 è, infatti, scaduto il contratto con Fundus , il gruppo di investimento che nel 1998 aveva acquistato l’area, concedendone gli spazi per una cifra simbolica di un euro. Il primo tentativo di sgombero dei locali, nell’aprile del 2011, si è concluso con la chiusura di alcune sale, tra cui quella destinata alle proiezioni. Alla base della decisione di chiudere la galleria, ci sarebbe l’intenzione di trasformare l’area in

I Pirati arrivano anche in Austria

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Il fenomeno del Partito Pirata non è limitato alla sola Germania. Anche in Austria i Pirati iniziano a radicarsi. Nella città di Innsbruck hanno ottenuto il 3,8 per cento dei consensi e un seggio nel parlamento cittadinio. Per chi volesse approfondire consigliamo l'articolo tratto da Der Standard, leggi qui oppure qui un articolo tratto da Kurier. Per un più generale approfondimento sul fenomeno "pirati" oggi leggete qui un interessante commento tratto da Handesblatt.

L'ascesa dei Pirati

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La principale novità della politica tedesca si chiama Piratenpartei . Un partito nato appena sei anni fa che sta cambiando la geografia dei partiti in Germania e il modo stesso di fare politica. Il Partito Pirata tedesco nasce nel 2006 sul modello svedese, che a sua volta si affermò come movimento di protesta per la chiusura della piattaforma di download illegale “The Pirate Bay” – da qui anche il nome “pirati”. Esiste anche un’Internazionale dei Pirati (PPI) che si sta diffondendo in tutto il mondo. Il Partito Pirata, infatti, esiste già in ben cinquanta paesi. Tornando alla Germania , il Piratenpartei, nel 2009, fa il suo vero esordio e raggiunge appena lo 0,9 per cento alle elezioni europee. Alle elezioni federali tedesche, sempre nel 2009, ottiene il 2 per cento. In entrambe le competizioni i Pirati non superano la soglia di sbarramento del 5 per cento. La svolta, invece, arriva alle elezioni comunali della capitale dell'anno scorso: 8,9 per cento e 15 seggi nel parlamento del

L'Internazionale dei Pirati

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Domani, sabato 14 aprile, e domenica si svolgerà a Praga la conferenza dell'Internazionale dei Pirati. La conferenza si può seguire online qui Per informazioni dettagliate sulla conferenza, cliccare qui Intanto segnaliamo che domani su L'Occidentale ( www.loccidentale.it ) ci sarà un nostro articolo sul fenomeno Piratenpartei in Germania. Ubaldo Villani-Lubelli

Tutti in Germania

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Tutti in Germania . La Repubblica Federale Tedesca è tornata ad essere l’Eldorado attirando cittadini da tutto il mondo, che siano altamente qualificati o meno. E subito vengono in mente i racconti ironici e divertenti dello scrittore tedesco di origine turca Rafik Schami sulle sue esperienze di straniero in Germania: dal controllo del passaporto e alla richiesta del permesso di soggiorno fino alle più diverse esperienze di vita quotidiana dopo anni trascorsi in Germania. Secondo l’ Ufficio di statistica federale sono ben 6,3 milioni gli stranieri nella Repubblica Tedesca, 177.300 in più rispetto al 2010 (+2,6) e di questi ben l’88 per cento viene dagli altri stati dell’Unione Europea. Si tratta dell’aumento maggiore degli ultimi quindici anni. La Germania 2.0 sembra, dunque, battere tutti i record: dopo i dati sulla crescita, l’export e l’occupazione, ora è il turno della popolazione straniera. Particolarmente rilevante è il numero degli stranieri provenienti dagli stati entrati ne

La reciproche ossessioni ... tedesche e israeliane

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Antisemitismo . Ogni discussione su Israele è sempre viziata dalla possibile accusa di antisemitismo . Ne doveva essere consapevole Günter Grass mentre si apprestava a scrivere la poesia “Quello che deve essere detto”: il verdetto «antisemitismo» è d’uso corrente. E il verdetto, puntualmente, è arrivato. Criticare Israele è rischioso, soprattutto per chi è tedesco ed ha ammesso di aver aderito, da adolescente, al nazismo. Grass lo sa bene e nella sua poesia lo dice chiaro: Perché ho taciuto finora? / Perché pensavo che la mia origine / gravata da una macchia incancellabile, / impedisce di aspettarsi questo dato di fatto / come verità dichiarata dallo Stato d’Israele / al quale sono e voglio restare legato. Sulla Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung (FAS) Marcel Reich-Ranicki ha definito Gemeinheit (crudeltà/malvagità) le tesi di Grass e come un’assurdità (Unsinn) aver pubblicato una poesia del genere. Il critico ebreo-tedesco ha, naturalmente, criticato lo scrittore tedesco per il

Israele, Günter Grass e La Versione di Barney

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A proposito della polemica seguita alla poesia di Günter Grass (Was gesagt werden muss), pubblichiamo un passo tratto dal libro di Mordecai Richler , La versione di Barney : Non mi fraintendere. Io aborro l’antisemitismo. Ma ogni volta che qualche mentecatto imbratta una sinagoga con le svastiche o lancia un sasso in un cimitero, i ragazzi si innervosiscono e attaccano a telefonarmi offrendosi di fare qualsiasi cosa. In ogni caso, quest’anno butta così, quindi ti resta una sola possibilità, tormentare il tuo uomo con l’Olocausto. Sciorina pure tutto il repertorio, Auschwitz, Buchenwald, i criminali di guerra che continuano a vivere indisturbati in Canada. Poi spara “Senta ma lei è sicuro che tutto questo non potrebbe accadere di nuovo, anche qui da noi? E se accadesse, lei dove andrebbe?” E a quel punto ricordi al fesso che Israele è la sua assicurazione sulla vita. La poesia di Grass si può leggere qui in tedesco e qui di seguito in traduzione italiana (Tratto da Repubblica, 04.04.2

Germania in campagna elettorale

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La Germania è già in campagna elettorale. Se le elezioni politiche sono solo apparentemente lontane (settembre del 2013), nel frattempo sono i risultati delle regionali a determinare gli equilibri. Il 25 marzo si è votato nella Saar, un Land si solo 800.000 abitanti ed il secondo più piccolo tra i Länder della Repubblica Federale Tedesca. Qui, dove governava una coalizione-Giamaica (come la chiamano in Germania) tra cristiano-democratici, liberali e verdi, ora è tempo di una grande coalizione. I risultati elettorali sono stati chiari. La CDU resta il primo partito con il 35,2 per cento e il suo candidato Annegret Kramp-Karrenbauer continuerà ad essere il Ministro-Presidente della piccola regione tedesca. La SPD, nonostante una crescita di oltre sei punti percentuali, si è fermata al 30,6 e si dovrà accontentare di essere il partner di coalizione dei cristiano democratici. La sinistra (Die Linke) ha ottenuto il 16 per cento dei consensi. Un risultato solo apparentemente buono, in quan