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Visualizzazione dei post da dicembre, 2017

Germania 2018, tante incognite e una sola certezza

Il 2018 della Germania è pieno di incognite politiche. Dopo oltre tre mesi dalle ultime elezioni il Paese è ancora senza un governo e  soltanto il 12 gennaio si saprà  se alle consultazioni tra cristiano democratici, cristiano sociali e socialdemocratici seguirà una vera e propria trattativa per la formazione del nuovo governo. Ci sarà comunque l'ostacolo della votazione degli iscritti della Spd il 21 gennaio, nel caso di esito positivo si avrà il disco verde per la terza Große Koalition negli ultimi dodici anni. Una Grande Coalizione in versione  minor  in quanto avrà solo 45 seggi di maggioranza nel Bundestag - erano ben 89 nella scorsa legislatura. Le incognite politiche restano tante a cui si aggiungono i malumori nei due partiti politici principali (Unione e Spd) che al loro interno sono divisi su molte tematiche e sulla stessa opportunità di dar vita a una nuova  Große Koalition . Non sono mancate, tuttavia, dichiarazioni di apertura sui temi più divisivi tra Unione e Sp

La Germania e l'occasione del Spd

Il destino della Germania dipende dall'Spd. Eppure la terza Grande Coalizione sembra essere più una condanna che un'opzione politica per i socialdemocratici. L'alleanza con l'Unione di Merkel è considerata negli ambienti dell'Spd una delle principali cause della crisi del partito e durante il congresso dei giorni scorsi non sono mancate le voci apertamente contrarie. Non è un caso che Martin Schulz, leader debole prima e ancor di più dopo la sconfitta nelle ultime elezioni, si fosse subito  affrettato ad affermare  in più occasioni la sua contrarietà ad una nuova  Große Koalition . Era un messaggio più al partito che ad Angela Merkel e all'intera Germania. Schulz voleva tranquillizzare una base sempre più inquieta e depressa dopo la disfatta elettorale (20.5 per cento e minimo storico). L'81 per cento con cui  Schulz è stato confermato  alla guida del partito venerdì scorso è un buon risultato, ma non si può dimenticare che appena  a marzo scorso  aveva

Merkel e l’indispensabile passo di indietro

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Angela Merkel dovrebbe dimettersi. Il fallimento delle trattative per la formazione di un nuovo governo tedesco è una sua sconfitta. Pur riconoscendo l’onore delle armi a una cancelliera che ci ha provato per due mesi  a mettere insieme ciò che insieme non poteva andare, ovvero cristiano-sociali, cristiano-democratici, ambientalisti e liberali. Era l’unica strada che aveva davanti a sé e questo è stato il suo punto debole . Non è bastata la sua nota capacità di mediazione. Ora però è giusto riconoscere una realtà nella quale Angela Merkel non ha più niente da offrire al proprio partito e, probabilmente, all’intero Paese. Per questo motivo, il modo più onorevole per uscire di scena è farsi da parte.