La Germania e l'occasione del Spd

Il destino della Germania dipende dall'Spd. Eppure la terza Grande Coalizione sembra essere più una condanna che un'opzione politica per i socialdemocratici. L'alleanza con l'Unione di Merkel è considerata negli ambienti dell'Spd una delle principali cause della crisi del partito e durante il congresso dei giorni scorsi non sono mancate le voci apertamente contrarie.
Non è un caso che Martin Schulz, leader debole prima e ancor di più dopo la sconfitta nelle ultime elezioni, si fosse subito affrettato ad affermare in più occasioni la sua contrarietà ad una nuova Große Koalition. Era un messaggio più al partito che ad Angela Merkel e all'intera Germania. Schulz voleva tranquillizzare una base sempre più inquieta e depressa dopo la disfatta elettorale (20.5 per cento e minimo storico).
L'81 per cento con cui Schulz è stato confermato alla guida del partito venerdì scorso è un buon risultato, ma non si può dimenticare che appena a marzo scorso aveva ottenuto il 100 per cento. A molti non è piaciuta la sua svolta con la quale ora vuole portare la Spd a una trattativa con l'Unione che possa portare o a una coalizione oppure a una sorta di appoggio esterno.
È indubbio che dopo il fallimento delle consultazioni per una coalizione Giamaica non è solo cambiato il contesto politico, ma sono aumentate le pressioni interne ed esterne nei confronti di Martin Schulz. Non solo dall'opinione pubblica tedesca ma, soprattutto, dal Presidente della Repubblica Frank-Walter Steinmeier (che non bisogna dimenticare essere socialdemocratico) ma anche dal Presidente francese Macron e da Bruxelles (non bisogna dimenticare neanche che Schulz è stato Presidente del Parlamento europeo per ben cinque anni).
In realtà ora la Spd ha un'occasione storica. Aprire a consultazioni con Angela Merkel (Cdu) e Horst Seehofer (Csu) per un nuovo governo nero-rosso in cui la Spd potrebbe finalmente far pesare le proprie idee nella consapevolezza che Merkel, a questo punto, non abbia alternative e sia politicamente molto più debole del 2013. La Spd ha la grande occasione di costringere l'Unione di Merkel a fare concessioni importanti e decisive a partire dalla riforma delle pensioni, dall'introduzione di una Bürgerversicherung (che dovrebbe sostituire l'attuale sistema privato/pubblico dell'assicurazione sanitaria) fino al ricongiungimento familiare per i rifugiati (sospeso fino a marzo dall'attuale governo e che l'Unione intende confermare) e a una migliore condizione dei lavoratori precari. Anche sulla riforma delle istituzioni europee Schulz ha la possibilità di sfidare Merkel nell'obiettivo di riformare i trattati entro il 2025 così come ha annunciato nel suo discorso al congresso o quantomeno di "costringerla" alle riforme proposte da Macron.
Al terzo tentativo in dodici anni l'occasione della Spd è di riuscire a farsi interprete dei successi del futuro governo (evitando come si è fatto nelle due grandi coalizioni precedenti che fosse la cancelliera a godere di tali benefici) e partecipare alla Grande Coalizione non come l'ennesima condanna ma come un'opportunità per realizzare una parte del proprio programma di giustizia sociale. Mai come questa volta è possibile perché le casse tedesche sono piene. Cedere all'integralismo politico e non giocarsi quest'occasione sarebbe un suicidio politico.

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