10+1 cose da sapere sul Muro di Berlino

L'installazione di palloncini
per ricordare i 25 anni della
caduta del Muro
  1. Il Muro di Berlino, inizialmente, non era un vero e proprio muro, ma un fitto filo spinato attraverso il quale molti cittadini dell’Est cercarono, ed in molti casi trovarono, la fuga verso il democratico Occidente. Molti berlinesi pensavano e speravano che non sarebbe durato a lungo, che si trattasse solo di una misura di emergenza o di una prova di forza del regime comunista. L’emergenza durò ben 28 anni e il Muro divise Berlino fino al 9 novembre del 1989! 
  2. Il Muro di Berlino iniziò ad essere costruito il 13 agosto del 1961, alla fine era costituito da 45 mila blocchi di cemento armato, lungo ben 160 km ed alto 3,5 metri. A formarlo, in realtà, erano due muri a breve distanza uno dall’altro con in mezzo la famosa erba di Stalin, un “prato” di spine. Per controllare il confine c’erano anche dei cani. 
  3. Dietro la sua costruzione c’è soprattutto un nome, quello di Walter Ulbricht, il Presidente della Repubblica Democratica Tedesca (DDR) e segretario generale della SED. Al tempo era un vecchio signore di 68 anni che eseguì un compito affidatogli da Eric Honecker, allora segretario della sicurezza del Comitato Centrale della SED. L’ordine arrivava, però, dall’alto, direttamente da Mosca su indicazione di Nikita Kruscev. Fu lui il principale artefice, in quella folle notte tra il 12 ed il 13 agosto, dell’inizio della costruzione del muro. Il motivo era impedire l'emorragia di cittadini. Sempre più persone abbandonavano la DDR, dal 1950 al 1961 lasciarono la Germania comunista, solo nel 1961 (anno della costruzione del Muro), in 181133 persone. Qui di seguito il numero di persone che lasciarono la DDR per anno dal 1950 al 1961:
    1950: 197788
    1951: 165648
    1952: 182393
    1953: 331390
    1954: 184198
    1955: 252870
    1956: 279189
    1957: 261622
    1958: 204092
    1959: 143917
    1960: 199117
    1961 (fino al 13 agosto): 181133
  4. Il Muro di Berlino fu la manifestazione simbolica e materiale della divisione tra Ovest ed Est, tra il mondo libero e democratico e la dittatura ed il comunismo dall’altra. 
  5. Il Muro di Berlino non separava solo l’Occidente dal blocco comunista e non divideva la Germania al suo interno, ma tagliava in due una città, Berlino appunto, nel cuore della Repubblica Democratica Tedesca (DDR), che di democratico, però, aveva ben poco. Berlino, che alla fine della seconda guerra mondiale fu divisa in quattro settori (russo, inglese, americano e francese), era un’isola all’interno della DDR. Il vero confine tra Est ed Ovest si trovava a qualche centinaia di chilometri da Berlino, nel piccolo paese di Hötensleben.
  6. Il Muro di Berlino divise famiglie, amicizie, parenti, lavoratori, un’intera città e un unico popolo. Furono chiuse finestre, portoni, porte. Strade e vicoli furono interrotti improvvisamente. In alcuni casi la gente che lavorava nell’altra parte di Berlino, perse anche il lavoro. I parenti divisi tra Est ed Ovest, da un giorno all’altro, si potevano sentire solo (ma non sempre) per telefono e non più vedere ed incontrare. Non è un caso che i Kraftwerk in una canzone (Der Telefon Anruf) dedicata al Muro di Berlino dicevano “Du bist so nah und doch so fern” (Tu sei così vicino eppure così lontano).
  7. Oggi, sebbene non sia rimasto quasi più nulla di quel lungo argine artificiale nel cuore dell’Europa, non significa che il Muro sia dimenticato. Al contrario, questa ferita nel cuore dell’Europa, che ha segnato il volto di Berlino per quasi tre decenni, è ancora presente. Nel bene e nel male ha determinato profondamente l’identità della capitale della Germania. Il Muro, o quel poco che ne resta, è diventato un luogo da fotografare, da riprendere, da dipingere o, forse, solo da contemplare. Di quel muro non restano che piccole parti buone come attrazione turistica. Abbattuto, smantellato e venduto dal Governo della ex Germania comunista, in parte regalato come souvenir dai rappresentanti dei Governi della Germania unita, dei 160 km resta ben poco: qualche segmento sparso per la città e tre torri di avvistamento.
  8. Anche se non c’è più, ed anche se ormai tra le due Berlino le differenze sono quasi impercettibili, il Muro è comunque entrato a far parte del tessuto della storia della città e la sua fama ha superato la negatività della sua costruzione e si è trasformato in uno dei simboli di Berlino stessa. In ogni occasione il Muro viene ricordato con installazioni, mostre o altre iniziative, ma la differenza tra Berlino Est e Ovest è ormai inesistente.
  9. Se volete sapere tutto sul Muro di Berlino vi consiglio due video: il primo, in tedesco, della Deutsche Welle, il secondo, in italiano, è un bellissimo documentario realizzato dalla Regione Friuli Venezia Giulia.
  10. Il Muro cadde per molti motivi: dalla fine della cortina di ferro alla famosa conferenza stampa del portavoce della SED Günther Schabowsky in cui veniva annunciata la possibilità di abbandonare la DDR - una decisione presa perché sempre più cittadini abbandonavano la DDR tramite i paesi a Est confinanti con la Germania comunista. Tuttavia, un'importante ruolo lo ebbe anche la rivoluzione pacifica con la quale molti cittadini della DDR chiedevano libertà e democrazia.
  11. Il 9 novembre è una data storica per la Germania, non solo per la caduta del Muro ma anche per altri eventi che hanno segnato la storia della Germania. Il 9 novembre del 1918 Philipp Scheidemann proclamò la Repubblica dal Balcone del Reichstag. L’Impero (il Reich) tedesco era finito e, così, anche la prima guerra mondiale. Il 9 novembre è una data decisiva anche in relazione al processo di affermazione del Nazismo. Nel 1928, sempre il 9 novembre, i nazionalsocialisti guidati da Adolf Hitler marciano a Monaco alla Feldherrnhalle (Loggia dei Marescialli). Un tentativo di golpe che fallì e che tuttavia lasciava presagire l’orrore del totalitarismo nazista. Dieci anni dopo, quasi alla vigilia della seconda guerra mondiale, il 9 novembre del 1938, nella notte dei cristalli, venne dato fuoco alle Sinagoghe dell’intera Germania. Un segno premonitore per la più sconvolgente repressione della storia dell’umanità. 


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