Angela Merkel superstar

Nell’autunno scorso ero a Bonn per visitare la mostra Spurenlese di Herlinde Koelbl. Tra le tante fotografie dell’artista tedesca c’era una serie che attirava più di altre l’attenzione dei numerosi visitatori: quelle che rappresentavano Angela Merkel e la sua evoluzione fisico-estetica. Eppure accanto alle fotografie della Cancelliera si trovavano le serie dedicate a Gerahrd Schröder e a Joschka Fischer, due altri grandi uomini politici che hanno segnato la storia recente della Germania. Tuttavia, la gran parte dei visitatori era attratta da Angela Merkel. I visitatori e cittadini tedeschi sembravano ipnotizzati e sedotti da una donna che forse non gode di irresistibile fascino femminile, ma che si sta imponendo per il suo modo di fare. Al momento è difficile dire se Angela Merkel resterà alla guida della Germania altri quattro anni, la partita delle prossime elezioni politiche è  aperta. Certo è che oggi l’Unione (CDU/CSU) di Merkel resta ampiamente in testa ai sondaggi e la Cancelliera è il politico più amato dai cittadini tedeschi. Ma la sua popolarità è un mistero che ancora nessuno è riuscito a spiegare e che forse nessuno spiegherà mai del tutto, considerato che il giudizio sull’operato del governo non è molto positivo. 
Ma chi è Angela Merkel? Due recenti libri, diversi e complementari, provano a fare svelarci il segreto del successo della Cancelliera. Merkel è una persona schiva, gelosa della sua vita privata, è discreta, ha uno stile di vita austero e semplice. Le numerose biografie di Angela Merkel raccontano che la si può vedere fare la spesa all’isola dei Musei a Berlino, che ogni mattina prepara la colazione al marito e che frequenta ristoranti semplici come La vecchia Lanterna a Berlino Est o il più mondano Borchardt. Insomma, niente di più lontano dai sigari e gli abiti Brioni di Gerhard Schröder.
Gli stessi giornalisti sembrano aver smesso di ricamare storie dalla piccola città nella quale è cresciuta, Templin, nella ex Germania dell’Est. Lì nessuno alimenta il gossip, lì nessuno lascia trapelare qualche scomoda informazione sull’infanzia di Angela che, al massimo, può attirare l’attenzione dei tabloid per le sue giacche colorate, per qualche calzino troppo corto o per una scollatura appena eccessiva. Il motivo di questa riservatezza è probabilmente da far risalire alla sua vita nella ex Germania dell’Est dove si era costantemente spiati e sotto controllo.
Ma che Merkel preferisca il basso profilo che, però, non è sinonimo di modestia o insicurezza, ha fatto sì che questa donna venuta dall’Est della Germania sia stata spesso sottovalutata. Per molto tempo Angela Merkel è stato un leader preso troppo poco sul serio e nessuno avrebbe scommesso sul suo successo in politica. In realtà, la storia dell’ascesa politica di Angela dimostra che chi l’ha sottovalutata, ha già perso, come ha ricordato Seehofer, il Presidente della Baviera. La Cancelliera è stata sottovalutata non solo dai suoi avversari, ma anche nel suo stesso partito dove era considerata un leader di passaggio.
Essere donna e venire dalla Germania dell’Est deve aver ingannato molti osservatori, compagni di partito e avversari politici. Nell’epoca della politica-spettacolo, non avere un particolare carisma ha fatto pensare a molti che fosse un personaggio di secondo piano e destinato al ruolo di semplice comparsa. Molti dei suoi avversari hanno ignorato l’insegnamento del generale cinese Sun Tzu: Mai sottovalutare il proprio nemico.
Oggi Angela Merkel è all’apice del potere. Prima era la ragazzina di Kohl oggi è la donna più potente del mondo. Per la rivista americana Forbes lo è stata per ben sei volte negli ultimi anni (dal 2006 al 2009, nel 2011 e nel 2012). Merkel è considerata anche la seconda personalità più influente al mondo dopo Obama.
Come ha giustamente ricordato il giornalista Robin Mishra nell’introduzione a Parole di potere. Il pensiero della Cancelliera (Claudiana): “nessuno in Europa rimane oggi indifferente di fronte al nome di Angela Merkel. Anche in Italia le reazioni oscillano tra la stima per la sua sobrietà politica e la preoccupazione che voglia costruire un’Europa sul modello tedesco.” Il libro curato da Robin Mishra raccoglie i più importanti e significativi discorsi di Angela Merkel dalla sua ascesa da oscuro fisico dell’ex Germania dell’Est fino al 2010, anno in cui Time l’ha eletta europea dell’anno. È un libro che, malgrado la traduzione in italiano non renda sempre gradevole ed efficace la lettura, è molto utile ed estremamente importante per capire la grande capacità della Cancelliera di saper dire le parole giuste nel contesto giusto. Ad esempio, il 1 ottobre del 2003 Merkel (allora era capo dell’opposizione) tiene un discorso al Deutsches Historisches Museum in cui si impone all’opinione pubblica. Il discorso è un manifesto programmatico: “La capacità produttiva della nostra economica diminuisce; le istituzioni statali sono logorate e degenerano in burocrazia; molte singole parti si muovono, ma il complesso segna il passo. L’ultimo rapporto del FMI presenta la Germania come una delle principali nazioni frenanti … La Germania si trova davanti ad un bivio: o rassegnazione o rilancio e ascesa. Vorrei che tutti quelli che si assumono responsabilità in questo paese riconoscessero i segni del tempo. Non stiamo vivendo solo una crisi congiunturale, né solo una crisi strutturale … Il nostro bene comune necessità di libertà, solidarietà e giustizia. La nostra vita comune ha bisogno di un orientamento di questi tre valori nella relazione fra loro e precisamente a favore della libertà… affinché solidarietà e giustizia possano nuovamente essere vissute, è necessario che la libertà risalga massicciamente nella nostra gerarchia dei valori.” Fu un discorso molto importante perché Merkel dichiarò apertamente che la Germania aveva bisogno di riforme economiche profonde. In questo modo, di fatto, si candidò a guidare il paese. 
Ma dalla lettura di questa bella raccolta di discorsi sarà più facile comprendere molte posizioni della Cancelliera che hanno fatto discutere negli ultimi anni. E così se si vuole capire la solida convinzione politica e culturale dietro l’austerità tedesca imposta al resto d’Europa sarà proficuo rileggere un discorso tenuto da Merkel al Bundestag nel giorno dell’insediamento del suo primo governo: “Abbiamo bisogno di un cambio di rotta nella politica di bilancio. Le cause e gli inizi di questa evoluzione risalgono a molti anni addietro. Abbiamo bisogno di una strategia a lungo termine di consolidamento del debito… in tre modi: risanamento, riforme, investimenti.” Era il 30 novembre del 2005 e la Germania era il malato d’Europa. Ed ancora: leggere, oggi, il discorso tenuto da Frau Merkel nel 2006 a Königwinter per i sessant’anni della rivista Rheinischer Merkur, aiuta a capire l’etica protestante che si annida dietro le scelte della Cancelliera nella crisi dell’euro. Leggiamo un passo: “Nessuno sistema politico è di per sé giusto o consapevole della propria responsabilità. Dipende sempre dalla singola persona che utilizzi il suo spazio di azione senza abusarne. Per utilizzare il suo spazio di azione a fin di bene, tuttavia, è necessaria l’etica del singolo. Essa rappresenta, per così dire, il secondo livello sulla via di una fiorente convivenza… la libertà non diventi “laissez-faire” senza scrupoli.” Come dire: Se la Grecia o l’Italia sono paesi economicamente dissestati la colpa non è dei tedeschi e la soluzione va trovata a casa propria. Un approccio la cui origini sono da far risalire all’educazione protestante della Cancelliera che, ricordiamo, è figlia di un pastore protestante.
Di approccio molto diverso è un altro libro pubblicato da Castelvecchi: Sistema Merkel. Come la Cancelliera mette in pericolo la Germania e l’Europa di Gertrud Höhler. Si tratta di un libro che in Germania ha avuto una grossa eco. Sistema Merkel ha il grande pregio di indagare gli aspetti più oscuri e segreti del sistema di potere della Cancelliera. Merkel, per arrivare al vertice del potere istituzionale tedesco, ha dovuto fare diverse vittime tra cui le più illustri sono Helmut Kohl e Friedrich Merz. Il primo con il famoso articolo (pubblicato in appendice al libro) del 22 dicembre 1999 sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung con cui Angela Merkel si emancipa da Kohl, smette di essere das Mädchen e inizia la sua scalata alla leadership del partito. Il secondo attraverso una tattica all’interno del partito per cui Merz si ritroverà, nonostante la sua riconosciuta competenza economica, isolato.
L’accusa di Gertrud Höhler, ex consigliere politica, ad Angela Merkel è di non prendere mai posizioni scomode. Secondo l’interpretazione del Sistema Merkel da parte dell’autrice, i processi in divenire non si devono dominare, ma soprattuto osservare. “Tutto è relativo. La fretta è nemica dell’analisi. First things first, direbbe in gergo manageriale, se fosse un uomo.” Il segreto del successo di Angela Merkel suona singolare: prendere distanza da qualsiasi vincolo e legame. La Cancelliera non si lascia vincolare e si fa interprete di un modo di fare politica che si contraddistingue per la semplice gestione del potere.
Questa chiave di lettura convince fino a un certo punto perché, ad esempio, Merkel ha avuto la forza e il coraggio di mettersi contro il suo mentore Helmut Kohl. Merkel, piuttosto, è una tattica. Non ha sempre un disegno complessivo, ma decide di volta in volta, in base alle situazioni e non esistono principi superiori che non possono essere messi in discussione. Merkel è un politico estremamente realista e che spesso preferisce l’ambiguo silenzio per non far lasciar intedere le sue vere intenzioni, come quando, dopo la deludente campagna elettorale del 2005 che si concluse con un sostanziale pareggio, lasciò andare le cose come dovevano andare e divenne, effettivamente, Cancelliera. Tacendo si impara a misurare il tempo, dice di Merkel Gertrud Höhler. 
Angela Merkel resta un politico difficile da decifrare. I suoi avversari non riescono a capire le sue intenzioni. Sembra lasciarsi guidare dall’istinto. In ogni caso Angela Merkel ha plasmato fortemente la Germania degli anni 2000 e a prescindere da come andrannno le prossime elezioni verrà ricordata anche per il suo apprezzato profilo internazionale (Tratto da Liberal)
twitter @uvillanilubelli

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