Euro 2012: Germania alla ricerca del salto di qualita'

Questa Germania può arrivare lontano, ma non è così scontato che chiuda con una vittoria l'Europeo in Polonia-Ucraina. Non solo perché a contenderle il titolo vi sono squadre molto forti, vedi Spagna, ed alcune da non scartare a priori, Italia e Russia in testa, ma anche e sopratutto perché non è detto che riesca a fare il salto di qualità che aspetta ormai da molto tempo. Dalla semifinale Mondiale 2006 la corsa della nazionale tedesca è stata un continuo di soddisfazioni sì, ma che hanno lasciato un sottile retrogusto amaro che può essere scacciato via solo con una vittoria.

Dopo la sconfitta con l'Italia nel mondiale giocato in Germania, la finale all'europeo del 2008 e la semifinale in Sudafrica perse entrambe contro la Spagna, questa è l'occasione, forse l'ultima per una squadra completa in ogni reparto, matura e che gioca praticamente a memoria, per  portare a casa un trofeo. I pronostici portano in due direzioni: Germania e, ovviamente, Spagna. Tutte le altre sarebbero una sorpresa che, dopo la vittoria della Grecia nel 2004, non ci stupirebbe più di tanto. Può succedere di tutto in una competizione con gare di sola andata, dove a decidere possono essere episodi, colpi di grandi campioni o, semplicemente, la fortuna. Proprio per questo, per il fatto che occorre essere perfetti o molto fortunati per ottenere la vittoria finale, che la Germania che ieri sera ha battuto l'Olanda non ci ha convinto del tutto. Intendiamoci, ha meritato la vittoria e sicuramente passerà il turno, ma ha rischiato troppo. Ha vinto sì, ma non convinto.
La squadra che aveva di fronte, che sulla rosa avrebbe potuto puntare ad un piazzamento elevato alla conclusione del torneo, non era nemmeno l'ombra di quella finalista mondiale di due ani fa. Un Olanda senza spirito, senza corsa, senza idee e nemmeno ben messa in campo. Un' Olanda con un attacco da più di 100 gol sommando le reti dei vari attaccanti nell'ultimo anno, ma incapace di mettere i suoi gioielli nelle condizioni di colpire a segno. Un'Olanda svogliata, alla costante attesa di uno spunto di un singolo. Quasi facile, dunque, per la Germania trovare la via del gol due volte con Gomez (attaccante straordinario) e guidare per 60 minuti la gara. Nonostante tutto questo, però, i tedeschi hanno mollato la presa e lasciato l'opportunità ad uno dei tanti tenori olandesi di trovare un acuto che riaprisse la partita. Così la magia di Van Persie all'Arena Lviv ha riportato sulla terra una nazionale che sembrava di un altro pianeta e, anche se solo per 20 minuti, ne ha mostrato i limiti. Incapace di chiudere definitivamente la partita, di gestirla senza preoccupazioni, è sembrata proprio quella Germania incapace di fare il definitivo salto di qualità. Quello che le permetterebbe, senza troppe difficoltà, di raggiungere la finale dell'Europeo e vincerla. Con quest'Olanda la partita doveva concludersi senza batticuore finale. Come con il Portogallo, invece, ha sofferto nei minuti finali. Per qualcuno si chiama cinismo, cioè la capacità di portare a casa il risultato anche soffrendo. Per altri potrebbe essere, invece, una campanella d'allarme: se la Germania perdesse la concentrazione nelle battute finali della competizione, porterebbe a casa un altro buon risultato, ma niente di più. Per vincere deve fare un passo avanti.
Giuseppe De Lorenzo

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