In difesa della democrazia

Il 31 agosto del 2020 un gruppo di manifestanti contro le misure di contenimento della pandemia tenta un assalto al Parlamento tedesco, il Bundestag. Si tratta di un’azione un po’ goffa di un gruppo ancora troppo poco organizzato e strutturato per superare le misure di sicurezza. 
Il 18 novembre dello stesso anno, un gruppo di cospirazionisti e negazionisti del COVID-19, grazie all’aiuto di alcuni esponenti di Alternative für Deutschland, entrano nel parlamento tedesco per disturbare e interrompere i lavori dei parlamentari ed insultano il Ministro dell’Economia Peter Altmaier (CDU). 
Negli Stati Uniti, il 6 gennaio 2021, le truppe pro-Trump manifestano e assaltano Capitol Hill occupando la sala in cui veniva convalidata l’elezione di Joe Biden. Sei persone tra manifestanti e forze dell’ordine perdono la vita.
Questi sono solo alcuni degli eventi che negli ultimi mesi hanno evidenziato come le istituzioni democratiche siano fortemente minacciate da estremisti che hanno trovato una pericolosa sponda in rappresentati politici in Germania, come nel caso di AfD, o negli Stati Uniti, come nel caso di Donald Trump. 
Gli attacchi alle istituzioni democratiche o a rappresentanti delle istituzioni non si sono limitati ai casi sopra citati. La cronaca degli ultimi anni è piena di numerose azioni di violenza e di attentati a uomini e donne con incarichi politici. Si pensi all’assassinio, da parte di un neonazista, di Jo Cox, politica laburista che si era apertamente espressa contro l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea o, ancora, in Germania, all’assassinio di Walter Lübcke, prefetto di Kassel. Sempre nella Repubblica Federale non si può dimenticare l’attentato di Hanau del 19 febbraio 2020 dove morirono nove cittadini tedeschi di origine straniera e qualche mese prima l’attentato alla sinagoga di Halle. 
Proprio in Germania, il dibattito sull’estremismo di estrema destra e sulla sua diffusione nella società tedesca è stato molto ampio e negli ultimi anni ci sono state numerose inchieste giornalistiche oltreché una forte campagna di sensibilizzazione per non relativizzare un fenomeno che si è diffuso capillarmente nella società tedesca. Alla base di questa grande attenzione mediatica, politica e culturale ci sono naturalmente ragioni storiche, ma anche un problema di lungo periodo in quanto le democrazie tedesche del Novecento (La Repubblica di Weimar e la Repubblica Federale tedesca) si sono spesso dovute confrontare con questo fenomeno. 
Nel 2020 è stato pubblicato in Germania, per la prima volta, un importante report, Recht gegen rechts, in cui c’è un’analisi dettagliata dei casi più significativi di come l’estremismo di destra agisce e di come si sia radicato nella società agendo ormai in maniera sempre più abile e senza scrupoli. In ben 47 contributi, divisi in otto sezioni (nemici della democrazia, razzismo, neonazismo, terrorismo di destra, sessismo, antisemitismo, revisionismo, discorsi di odio) vengono trattati diversi casi concreti: dalla destra revisionista e antisemita ai “pro-life”, dagli odiatori seriali ai razzisti, dai neonazi ai cospirazionisti e terroristi. 
I rappresentati del risentimento razzista, omofobo e revisionista agiscono in modo sempre più spudorato, riuscendo a spostare sempre di più i limiti del dicibile. 
Gli autori si chiedono come sia possibile sviluppare controstrategie di successo in ambito giuridico, al fine di rendere il diritto forte laddove possa sostenere le forze della società civile nella lotta contro le tendenze estremiste di destra
Sono gli stessi curatori, nel Prologo, a circoscrivere perfettamente il senso di questa importante pubblicazione.
Il report vuole evidenziare come esistano mezzi giuridici per contrastare le azioni dell’estremismo eppure questi non vengono sempre utilizzati al meglio. Si tratta degli strumenti che la democrazia e la costituzione mettono a disposizione e per i quali bisogna necessariamente prendere posizione.
Il primo contributo del report è di Gerahrt Baum, storico esponente dei liberali tedeschi (FDP) ed ex Ministro degli Interni alla fine degli anni Settanta. Nel suo articolo Baum ricorda come Joseph Goebbels, nel 1928, nel momento in cui venne eletto per la prima volta in Parlamento con il Partito Nazista, affermò
ci serviremo dell’arsenale delle armi della democrazia per distruggerla con i suoi stessi mezzi.
I riferimenti storici non spiegano sempre gli eventi del presente, ma possono (e devono!) essere da monito. Impossibile non pensare alle frasi di Alexander Gauland nel momento in cui, appena eletto per la prima volta in Parlamento, affermò di voler dare la caccia alla cancelliera Merkel (Wir werden Frau Merkel jagen), oppure agli esponenti di AfD che, come ricordato sopra, hanno fatto entrare nella sede negli uffici del Bundestag alcuni manifestanti che hanno disturbato e aggredito verbalmente il Ministro Altmaier. Per Baum, quindi, l’estremismo e il terrorismo di destra restano i pericoli maggiori per l’ordine democratico in Germania. Ne è dimostrazione anche la recentissima decisione del Bundesamt für Verfassungsschutz (Ufficio federale a difesa della costituzione) che ha inserito il partito di destra Alternative für Deutschland tra i casi  sospetti di collusioni con l’estremismo di destra.
Con questo report i curatori invitano a fare luce su una lunga serie di azioni che sono state tollerate negli ultimi anni o i cui protagonisti, per piccoli cavilli giudiziari o per negligenza, non potevano essere perseguiti. Gli esempi sono numerosi, ne cito due: il caso dello studente di Halle che entrando in classe in una scuola professionale ha fatto il saluto nazista con la mano destra tesa in alto e gridato Sieg Heil (Hitlergruß im Klassenzimmer, di Julia Gelhaar, pp. 199-205) o, ancora, il caso del dipendente della Volkswagen che nell’isola di Mallorca ha partecipato, insieme ad altri connazionali, a incontri in cui si sventolavano le bandiere del Reich tedesco e si inneggiava all’espulsione degli stranieri gridano “Ausländer raus” (Rechtsradikale im Betrieb. VW scheitert am Kündigungsschutz eines Neonazis, di Paul Kolfhaus, pp. 207-213). 
Il report Recht gegen rechts intende non solo sensibilizzare rispetto a un reale pericolo per la democrazia tedesca ma anche offrire una ricognizione dei casi di estremismo di destra di cui spesso purtroppo non si ha regolare notizia sui media. L’obiettivo è di rendere questo primo report 2020 un appuntamento editoriale annuale, monitorando con attenzione le azioni di violenza dell’estremismo di destra ed offrendo anche eventuali strumenti giuridici per contrastarlo perché uno dei problemi che si riscontrano in Germania è propria una certa sottovalutazione dei singoli casi da parte della magistratura.


Recht gegen rechts. Report 2020, a cura di Nele Austermann, Andreas Fischer-Lescano, Wolfgang Kaleck, Heike Kleffner, Kati Lang, Maximilian Pichl, Ronen Steinke, Tore Vetter, Fischer Verlag, Frankfurt am Main 2020, pp. 397 ISBN: 9783596002504

Per chi volesse approfondire segnalo due presentazioni video del Report disponibili online: 

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