Bassa Sassonia, verso una coalizione Semaforo a guida Spd

Che le elezioni in Bassa Sassonia non sarebbero passate inosservate era chiaro sin da quando si è deciso di farle svolgere tre settimane dopo le elezioni federali. In un’estate tormentata dal Dieselgate, nel Land della Volkswagen ci ha pensato Elke Twesten, un’anonima e poco conosciuta parlamentare regionale, a complicare ulteriormente la situazione politica. Twesten ha abbandonato il proprio partito, i Verdi, e si è accasata nella Cdu, facendo così cadere il governo in carica, guidato dalla SPD e dai Verdi, che aveva un solo seggio in più. Così le elezioni che si sarebbero dovute svolgere a gennaio del 2018, si sono svolte ieri. E le sorprese non sono mancate. Se ancora ad agosto la CDU era data in largo vantaggio, ieri il partito di Angela Merkel ha subito una brutta sconfitta. La SPD, con il 37,1 per cento, è largamente il primo partito. A seguire i cristiano-democratici con il 33.7. Non sono mancate le sorprese anche nell’apertissima lotta per il terzo posto. Verdi e liberali hanno peggiorato il risultato del 2013 e si sono fermati, rispettivamente, all’8.9 e al 7.3. Male Die Linke (4.6) che continuerà a non essere rappresentata nel parlamento regionale. Peggio delle previsioni anche l’estrema destra di Alternative für Deutschland che non va oltre il 6.1.

Ma le sorprese non sono finite qui. Spd e Verdi non hanno, infatti, la maggioranza per governare in quanto insieme raggiungono soltanto 67 seggi, uno in meno di quelli necessari. A questo punto, Stephan Weil, governatore uscente e candidato Ministro-Presidente dell’SPD, ha due opzioni possibili: o una Grande Colazione con la CDU oppure un’insolita coalizione Semaforo tra socialdemocratici, Verdi e liberali.  La prima sarebbe la strada che si sarebbe percorsa fino a qualche mese fa, ma gli eventi degli ultimi tre mesi la rendono difficile: prima il passaggio di Twesten dai Verdi ai cristiano-democratici, poi le elezioni federali che hanno lanciato un chiaro segnale di scontento verso la Grande Coalizione, infine, l’indisponibilità della SPD a qualunque cooperazione con il partito di Merkel. Per iniziare una trattativa ci vorrà molta buona volontà e forse anche un po’ di fantasia. 
Non meno complicata, a dire il vero, la possibilità di una coalizione Semaforo, dai colori dei tre partiti che dovrebbero comporla (rosso della SPD, verde degli ambientalisti e giallo dei liberali). Il problema di una coalizione a tre con Verdi e liberali è sempre lo stesso: riuscire a far convivere due partiti a cui piace contrapporsi politicamente e le cui basi militanti si percepiscono radicalmente alternative. Le prime dichiarazioni dei liberali non lascerebbero speranze a una simile possibilità. Addirittura, i Verdi hanno chiuso a tale ipotesi prima del voto. La realtà è che, se sarà necessario, prevarrà il senso di responsabilità e Stephan Weil comporrà un governo a tre. Del resto non sarebbe l’unico caso. In Renania Palatinato Malu Dreyer (SPD) governa dallo scorso anno con Verdi e liberali con discreto successo.
Gli effetti di queste elezioni sulla formazione del governo di Berlino saranno relativamente pochi. Più che altro la sconfitta in Bassa Sassonia indebolisce ancora Angela Merkel rispetto all’ala più conservatrice del partito. I margini di manovra per la cancelliera si restringono sempre di più. Tuttavia, la classe dirigente cristiano-democratica ad Hannover dovrebbe interrogarsi sulla gestione del caso Twesten che ha danneggiato il partito più di quanto si pensava inizialmente. Non si è poi voluto procedere con il voto di sfiducia costruttiva al governo Weil pur avendone i numeri. 
Dopo le elezioni in Bassa Sassonia, la nuova composizione del Bundesrat non cambia di molto e conferma un quadro comunque sfavorevole alla colazione Giamaica che probabilmente governerà per i prossimi anni. Ma questo è un problema relativo sia perché dopo la riforma del 2006 le materie su cui legifera il Bundesrat sono diminuite, sia perché anche in caso di vittoria della CDU in Bassa Sassonia, una colazione Giamaica non avrebbe avuto la maggioranza. Ricordo, inoltre, che i membri del Bundestrat sono vincolati al mandato dei Länder che rappresentano.
Interessante notare, infine, che il risultato in Bassa Sassonia conferma un trend che si sta affermando in Germania oramai da circa un anno secondo cui i partiti minori si stanno rafforzando sempre di più. Sono già cinque su sedici i Länder in cui è necessario ricorrere ad un coalizione a tre e se anche in Bassa Sassonia sarà così, sarà il sesto Land. A cui bisognerà aggiungere, molto preso, anche il governo nazionale.


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