La leadership tedesca tra flessibilità e solidarietà

Thank you, Germany! Thank you, Merkel! Ci sono voluti i rifugiati con la bandiera dell’Unione Europea e con i cartelli con l’immagine di Angela Merkel per farci apprezzare l’Europa e la cancelliera più odiata d’Europa, quella che veniva rappresentata con i baffetti di Hitler e alla quale si rimproverava di aver spazzato via in poche settimane di drammatica trattativa con la Grecia settant’anni di lunga riabilitazione politica e culturale dopo la seconda guerra mondiale e il nazismo. 

Le immagini dei cittadini e della polizia tedesche che accolgono i rifugiati alle stazioni di Monaco e di Francoforte con cibo, vestiti e giocattoli per i bambini, cantando l’inno europeo, hanno improvvisamente rivelato la vera natura di un popolo troppo spesso giudicato con approssimazione e mai veramente compreso. Hanno sorpreso e stupito solo chi non conosce i tedeschi. La Germania e la sua cultura, molto più complessa e difficile da afferrare rispetto a qualunque altro paese europeo, semplicemente non si conoscono se non per immagini stereotipate. Eppure è la Legge fondamentale tedesca che all’articolo 16a impone, con asciuttezza e minimalismo tedesco, che “i rifugiati politici godono del diritto di asilo”. 
Il 31 agosto scorso durante la consueta conferenza stampa di Angela Merkel alla Bundespressekonferenz di Berlino  la cancelliera ha detto una frase passata quasi inosservata dalla gran parte della stampa internazionale, eppure fondamentale per comprendere la linea politica del governo tedesco: “La scrupolosità tedesca è fantastica, ma ora c’è bisogno della flessibilità tedesca.”  Siamo passati dalla presunta leadership tedesca tra rigore e dominio a quella, autentica, di flessibilità e solidarietà.  
In realtà tra la crisi greca e quella dei rifugiati esiste una continuità molto chiara e definita. La solidarietà tedesca non deve essere confusa con l’assistenzialismo. Come ha ben spiegato Federico Fubini sul Corriere della Sera, così come “i nuovi prestiti dell’area euro devono essere condizionati a un preciso programma di riforme … anche con i rifugiati l’approccio è simile. L’accoglienza tedesca sarà meno favorevole per coloro che rifiutano di fare sforzi per integrarsi … è una politica di premi, incentivi e disincentivi applicata agli individui, così come nella crisi finanziaria Berlino ha cercato di applicarla agli Stati.”   
La posizione presa dal governo tedesco e da Merkel mostrano che la leadership tedesca si basa sul senso di responsabilità, principio fondamentale per comprendere la politica tedesca, perché accogliere i rifugiati è una questione umanitaria, è un obbligo costituzionale ma è anche una questione politica perché rappresentano una risorsa economica e sociale per sostenere il sistema pensionistico (in Germania, come in Italia). Si tratta inoltre di persone che hanno studiato e sono manodopera di alto livello.

La decisione di Merkel dimostra un pragmatismo visionario che manca agli altri leader europei. L’Europa ha, infatti, tremendamente bisogno di leader come la cancelliera tedesca capaci di fare “grande politica” (Paolo Franchi, Corriere della Sera, 11 settembre).  
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