Il potere tedesco a Bruxelles

Nessun paese occupa tante posizioni chiave nella Commissione Europea quanto la Germania. Se di egemonia tedesca in Europa si deve parlare più che a Berlino e alla Cancelliera Merkel o al Ministro delle Finanze Schäuble bisogna guardare alle posizioni di vertice nell'amministrazione di Bruxelles. 
I dati della quarta edizione della relazione del governo tedesco sulla presenza di personale tedesco nelle organizzazioni internazionali parlano chiaro. I tedeschi in posizioni apicali sono ben 1.382, il 10,2 per cento. Seguono Francia (ben 1330 dirigenti) e Belgio (1320), non molti di meno della Germania, considerato anche che si tratta di paesi più piccoli. 

Dal 2012 la Germania ha sostanzialmente mantenuto invariate le sue posizioni nonostante il crescente numero di nuovi dirigenti dall'Europa dell'Est. Rumeni (492) e polacchi (456) sono i più numerosi, anche se bisogna considerare che negli ultimi anni i concorsi erano riservati ai cittadini dei paesi entranti nell'Unione Europea.
Particolarmente rilevante è il ruolo dei dirigenti tedeschi nei gabinetti dei commissari europei. Sono ben 28, di cui ben quattro dirigenti di gabinetto e cinque come vice-dirigenti del capo di gabinetto. Solo in tre dei ventotto gabinetti non ci sono collaboratori tedeschi. Questo vuol dire che rispetto alla Commissione di Barroso, con la Commissione Juncker la presenza tedesca si è ulteriormente rafforzata. 
Come scritto da Cerstin Gammelin sulla Süddeutsche Zeitung, la Repubblica Federale Tedesca, in questo modo si garantisce influenza nei procedimenti di formazione delle leggi in quanto la Germania può contare su cinque direttori generali e sei vice-direttori. In altre parole, ammesso che i dirigenti si facciano portavoce della linea politica del governo o rispondano esclusivamente alla logica dell'appartenenza nazionale, la Repubblica Federale Tedesca può tutelare meglio i propri interessi. Inoltre, la quota femminile nelle posizioni di vertice per la parte tedesca è di appena il 33 per cento, decisamente meno rispetto alla media complessiva del 42 per cento. 
Diverso il caso del Parlamento Europeo dove la Germania ha molti meno posti. Con i suoi 1.314 impiegati si posiziona soltanto al quarto posto. Inoltre, nel gabinetto dell'attuale presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, non c'è alcun cittadino tedesco.
Il paradosso di questa situazione è che proprio il Ministro delle Finanze Schäuble, ha proposto un depotenziamento della Commissione Europea. Sempre secondo Cerstin Gammelin (Süddeutsche Zeitung, 31.07.2015), al governo tedesco non va bene che la Commissione guidata da Juncker si arroghi il diritto di agire politicamente come un governo europeo e di non essere esclusivamente il custode dell'Unione - cosa che del resto il personale tedesco, seppur numeroso, non può in nessun modo impedire. Da ciò si evince la conclusione che voler depotenziare la commissione in un'autorità politicamente irrilevante ed economicamente importante è considerato a Berlino il male minore rispetto ad un governo europeo.



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