L'Europa guarda a Berlino

L’intera Europa si aspetta molto dalle elezioni tedesche. A una settimana dal voto, con l’estate che ormai volge al termine, il Sud Europa si accorge che il 22 settembre è vicino e che si voterà anche sul futuro del Vecchio Continente. Le elezioni tedesche restano l’evento politico più importante dell’anno.
I sondaggi non sembrano lasciare spazio a grandi sorprese, ma comunque andrà a finire domenica prossima gli equilibri politici a Berlino saranno molto diversi. Da una parte Merkel potrebbe ricevere un vero e proprio assegno in bianco e continuare a governare con i liberali in posizione di forte minoranza, oppure, anche se vincente, dovrà allearsi con un partner (socialdemocratici o verdi) che la costringeranno a scendere a numerosi compromessi.
Negli ultimi giorni a Berlino, si è discusso in diverse occasione di come vengono viste le elezioni tedesche negli altri paesi europei. La domanda più ricorrente è: Cosa si aspettano i cittadini europei dalla Germania? 
In un contributo presentato ad un incontro presso la Fondazione Mercator, la nota analista tedesca Ulrike Guérot dell’European Council on Foreign Relations di Berlino spiega che “i cittadini europei si aspettano un cambio di strategia nella crisi europea. L’abbandono sia della politica dei piccoli passi sia del pragmatismo che ha guidato fino ad ora Angela Merkel nella crisi dell’Euro. In realtà però lo scontro elettorale in Germania è concetrato soprattutto sui temi di politica interna.” L’Europa chiede unione bancaria e strategia per la crescita, ma è inutile farsi illusioni perché la Germania continuerà a parlare di regole, mentre Francia, Italia e Gran Bretagna di strategie.
Nella Repubblica Federale, la discussione sulla moneta unica è ancora marginale e sempre da una prospettiva molto tedesca: quanto costerà ancora ai contribuenti tedeschi il salvataggio dell’Euro? 
I tedeschi sono comunque  interessati a sapere come vengono lette le elezioni tedesche all’estero. Nel corso di un incontro dell’Associazione della Stampa Estera a Berlino, quattro giornalisti stranieri sono stati invitati a raccontare come spiegano la campagna elettorale nel proprio Paese e quali temi interessano maggiormente al pubblico internazionale. Alla discussione hanno partecipano Erik Kirschbaum (Usa), Anne Mailliet (Francia), Aurora Minguez (Spagna) e Mazen Hassan (Egitto) e il risultato non sarà forse piaciuto molti ai colleghi tedeschi che hanno potuto vedere il programma in televisione su phoenix. Alla Germania ed in particolare ad Angela Merkel è stato rimproverato di voler imporre le proprie idee e il proprio modello sociale al resto d’Europa. “Tutte le decisioni vengono preso qui a Berlino, abbiamo fin troppa leadership tedesca”, ha detto con veemenza la spagnola Aurora Minguez.
L’Europa guarda con interesse alle elezioni ma è soprattutto intenta a capire quale sarà la posizione della Germania riguardo alla crisi dell’Euro dopo il 22 settembre. Anche la Zeit sottolinea come in Europa si aspetti con fibrillazione al risultato delle elezioni tedesche nella speranza che ci sia un cambio di guida al governo di Berlino. Tuttavia ci sono poche speranze, perché anche all’estero sono ben noti i sondaggi che danno in largo vantaggio Angela Merkel e la CDU
Anche il The Economist si occupa della Cancelliera. Dopo aver attaccato la Germania nel giugno scorso con un speciale dal titolo The reluctant hegemon, in cui venivano indicati i tre motivi dell’incapacità della Germania di prendere una posizione di guida - ovvero ragioni storiche, radici della crisi europea che sarebbe nel debito dei Paesi del Sud Europa e, infine, una ragione tattica in quanto non può dare segnali di cedimento rispetto alla linea del rigore – oggi il settimanale torna a occuparsi di Germania mettendo in evidenza come sia differente l’immagine di Angela Merkel in patria e all’estero. Al di là dei confini tedeschi la Cancelliera è il simbolo dell’austerità, dell’approccio protestante alla crisi dell’euro e incarna le richieste tedesche di riforme che possano rendere competitiva l’Europa; in casa propria, al contrario, è una figura tranquillizzante e che garantisce la stabilità politica.
Già a fine ottobre, a poco più di un mese dalle elezioni tedesche, ci sarà un nuovo Consiglio Europeo a Bruxelles. La Cancelliera potrebbe presentarsi con ancora più potere di quanto non ne abbia oggi. La speranza è che userà il grande consenso di cui gode nel Paese per avviare una riforma delle istituzioni europee e di mettere concretamente in pratica lo slogang spesso usato in questi anni: più Europa!


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